La vicenda della rescissione del contratto con l’Aipa, è stata la grande promessa del sindaco Manganella che come prima delibera ha voluto proprio adottare la rescissione del contratto.
In realtà, in quella occasione, non c’è stata la rescissione, ma solo una dichiarazione di volontà. Poi, infatti, si è dovuto attendere una scadenza contrattuale intermedia per chiudere il contratto.
L’atto definitivo arrivò nel settembre 2012 con il quale la giunta Manganella nel liquidare l’Aipa chiese anche un lauto risarcimento stimato in circa 2 milioni di euro. Si parlò di mancata notifica di oltre 16 mila atti; di applicazione di maggiorazioni relative all’aggio sulle bollette a danno dei contribuenti.
E quando tutti si aspettavano il risarcimento, arrivò, invece, la notizia dell’avvio dell’arbitrato, la nomina di un avvocato da parte del Comune e uno dell’Aipa e la scelta del giudice terzo nell’on Angelo La Russa. Da quel momento, non ci sono state comunicazioni ufficiali.
Adesso, Leonardo Pitruzzella riapre il problema e Manganella lo ringrazia, dicevo in un’altra occasione, come se non avesse avuto la possibilità di farlo autonomamente.
Ma scendiamo nei particolari della contestazione da parte di Manganella all’Aipa.
Sasà Manganella vendeva la pelle dell’orso prima di averlo ucciso e gridava vittoria sulla sua “storica” battaglia, iniziata da semplice cittadino e terminata da sindaco. Accusava l’Aipa di “arbitraria rideterminazione dell’aggio con conseguente applicazione di aggi ordinari, coattivi e straordinari in misura maggiore rispetto a quella contrattualmente prevista; applicazione dell’aggio di riscossione coattiva già a partire dalla fase di avvio di mora; omessa notifica di n. 16.119 atti (di cui 15.646 relativi al canone idrico), con conseguente omesso introito per le casse comunali pari a circa 3.341.171 euro; omesso invio dei rendiconti di gestione ed omesso versamento delle somme dovute al Comune”
L’aggio sarebbe stato aumentato “dal 3,28 al 3,80 per la riscossione ordinaria; dal 6,56 al 9,56 per la riscossione coattiva; dal 13,12 al 18,50 per l’evasione.
Tenuto conto di tali inadempienze imputabili ad Aipa con delibera di Giunta n.51 del 6.9.2012, il Comune delibera di intimare ad Aipa la risoluzione del contratto di appalto stipulato l’11.4.2007.
Successivamente, il 13 dicembre 2012, la Giunta sospende gli effetti dell’atto di risoluzione e decide di ricorrere in giudizio attraverso l’arbitrato.
“Rispetto al normale processo civile – disse, al tempo dei fatti, il sindaco Manganella – si ha la possibilità dell’immediatezza del giudizio che deve aversi entro 120 giorni”.
Sul giudizio dell’arbitrato, formato da tre arbitri uno ciascuno di nomina delle parti e il giudice terzo scelto di comune accordo “si può ricorrere – continua Manganella – e non come sostiene qualcuno che si deve accettare senza possibilità di ricorrere al normale procedimento. Quindi se non saremo soddisfatti del giudizio continueremo nella nostra strada”.
Il terzo arbitro nominato dalle due parti è stato l’onorevole Angelo La Russa “ex sindaco di Favara – disse Manganella – ex assessore regionale, persona che conosce perfettamente la problematica”.
Dicembre 2012 ad arrivare ad Ottobre 2014, in questo arco di tempo è calato il silenzio, domani se ne riparlerà in Consiglio comunale.
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