Pino Sciumé
Quella di oggi, 26 Agosto 2016, resterà negli annali della Storia pre e post unitaria del Comune di Favara. A poco più di due mesi dall’insediamento, a furor di popolo, del Movimento 5 Stelle alla guida dell’Amministrazione Comunale, la portavoce Sindaca Anna Alba annuncia alla cittadinanza la decisione di ricorrere all’istituto del dissesto finanziario non essendo possibile far fronte ad un debito di tali dimensioni da rendere inutile qualsiasi ipotesi di ricorso ad altre forme di ripianamento rateale.
Molti diranno che i pentastellati non hanno approfondito bene la questione e, ancora peggio, non si rendono conto delle conseguenze che tale decisione comporterà per le famiglie favaresi. Quantificando un debito di circa 40 milioni di euro, conti sono presto fatti: ogni famiglia da oggi in poi è consapevole di avere sul groppone un debito di tremila euro che dovrà pagare in tasse, mancanza di servizi, privazioni per eventuali dismissioni di patrimonio pubblico.
Malasorte o cattive amministrazioni passate? Non v’è alcun dubbio che la scelta dei 5 Stelle, oltre che economica, assume un carattere politico. Ritardare ancora, avrebbe insinuato il dubbio di un loro ipotetico coinvolgimento, alla Magistratura Contabile che si insedierà a breve, sul “dovere istituzionale” di dichiarare il dissesto. Secondo noi, il nocciolo della questione sta tutto qui.
L’Assessore alle Finanze, Crocetta Maida, pur non dicendo nulla in proposito, ha fatto capire che le responsabilità dell’attuale stato finanziario del Comune si fermano al 19 giugno 2016. Per il resto, ha detto, il dissesto non cambierà granché: le aliquote sono già al massimo, tranne l’imposta sulla pubblicità, gli asili sono chiusi da tempo, gli evasori della Tarsu saranno stanati (!) attraverso l’affidamento dei ruoli ad una equipe di esperti nel recupero crediti, con poteri di espropri e pignoramenti. Ma, cara Assessora, come fa ad essere così tranquilla di fronte a questo macigno che sta cadendo addosso ad una cittadina che si sta sforzando, senza disturbarla, di rialzare la testa dopo decenni di abbandono? Sarà capace di tutelare lo sviluppo che Favara sta vivendo grazie ad un manipolo di “folli” che hanno saputo attirare con le loro tasche migliaia di presenze nel nostro devastato centro storico? Una parola su questo tema avremmo desiderato sentirla.
Anche la dirigente dottoressa Russello si è detta favorevole al dissesto, diversamente da quanto affermato un anno addietro. La motivazione: altri due milioni e ottocentomila euro di debito. Ma, ci chiediamo, di chi la colpa di questo 60% di evasione? Dei politici o dei dirigenti? Noi crediamo di entrambi. Ma di questo si occuperà la Magistratura Contabile.
“La sanzione a carico degli amministratori che hanno contribuito con dolo o colpa grave al verificarsi del dissesto finanziario, oltre al pagamento di una multa pari a un minimo di 5 e un massimo di 20 volte la retribuzione, è l’incandidabilità per dieci anni al ruolo di assessore, revisore dei conti degli enti locali e rappresentante dell’ente locale presso altri enti e istituzioni. Per i Sindaci e Presidenti l’incandidabilità è estesa alle cariche di Sindaco, presidente di provincia, presidente di Giunta regionali, membro di consigli comunali o provinciali, del Parlamento italiano ed europeo”. Il Governo ha dunque approvato un decreto legge che detta nuove regole finalizzate a riequilibrare la situazione finanziaria di enti locali in difficoltà nonché a favorire la trasparenza e la riduzione dei costi degli apparati politici regionali, nell’obiettivo di assicurare negli enti territoriali una gestione amministrativa e contabile efficiente, trasparente e rispettosa della legalità”. Per intanto i favaresi ci prepariamo a pagare.