Valentina Piscopo
In merito alle vicende sulle discariche siciliane, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, interviene il parlamentare regionale del Partito democratico, Giovanni Panepinto. “La magistratura farà il suo percorso, ma i recenti fatti di cronaca sul sistema delle discariche in Sicilia hanno scoperchiato una realtà di fronte alla quale la politica e la classe dirigente hanno il dovere di intervenire. Il dato che più dovrebbe preoccupare, a mio parere, è quello relativo agli impianti: nell’isola sono pochi, vecchi e spesso pericolosi. Serve – continua Panepinto- innanzitutto un confronto all’interno della maggioranza e poi fra il governo, le forze parlamentari, le rappresentanze sociali e sindacali, Università e associazioni ambientaliste. L’assessore Calleri saprà certamente esporre la realtà delle cose: dica cosa si può e cosa si deve fare, quali risorse nazionali e comunitarie possiamo avere a disposizione. Alla luce di questi dati dovremo decidere a partire da una proposta della maggioranza, un percorso in grado di programmare in Sicilia un sistema finalmente efficiente di raccolta, conferimento e smaltimento dei rifiuti con una adeguata impiantistica di discarica, compostaggio e trasferimento.
Qualche tempo fa, quando ho difeso la necessità di sostenere e ampliare la discarica pubblica di Sciacca – continua l’on. Panepinto- sono stato aspramente criticato da più parti, anche da chi oggi si rende conto che – come sostengo da tempo – per i rifiuti comeper le risorse idriche, la gestione pubblica offre maggiori garanzie gestionali e minori rischi di infiltrazioni e condizionamenti. Dunque – conclude Panepinto – il governo ha il dovere di denunciare, ma alla denuncia deve seguire un’azione concreta di intervento: l’assessore Calleri istituisca un tavolo attorno al quale discutere, con urgenza, dell’emergenza-discariche e del sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti nell’isola. Già è difficile reggere alla mancanza di impianti, ma se a questa sommiamo la mancanza di linee-guida e programmazione, la situazione diverrà presto insostenibile”.
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Discariche – Giovanni Panepinto: “Nell’Isola sono pochi, vecchi e spesso pericolosi”
By sop2 Minuti di lettura
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Ecco che si corre ai ripari, tentando di intimorire, di intimidire gli organi inquirenti e la Magistratura, attraverso una dimostrazione di forza presso la Prefettura di Agrigento, chiamando a raccolta funzionari pubblici e magistrati.
Il tentativo è sempre lo stesso, quello di dimostrare che basta atteggiarsi a professionisti dell’antimafia, per violare qualsiasi legge in materia di appalti o di ambiente.
Basta convocare una riunione alla Prefettura di Agrigento ed il gioco è fatto!
E’ sempre la stessa storia di sciasciana memoria e che riguarda, questa volta, ‘i professionisti dell’antimafia di la munnizza’.
Staremo a vedere che cosa ne pensa il Prefetto Diomede degli appalti per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in provincia di Agrigento. Appalti affidati illegittimamente, da 7 anni a questa parte, con proroghe su proroghe per centinaia di milioni di euro, sempre alle stesse ditte, sotto l’occhio vigile ed attento del vicepresidente di Confindustria Sicilia, proprietario di una delle poche discariche private superstiti, quella di Siculiana, dopo il ciclone giudiziario che si è abbattuto sulle altre, quali quella del catanese Proto o degli agrigentini Sodano. Il prefetto Nicola Diomede, nominato qualche mese fa dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano è, tra l’altro, l’artefice, nel 2012, di pretestuose ispezioni per delle presunte infiltrazioni mafiose presso il comune di Racalmuto da me amministrato.
Ispezioni rivolte contro chi, come me, un anno prima, e cioè a febbraio del 2011, aveva denunciato alla Procura della Repubblica di Agrigento, la scandalosa ed illegale gestione di acqua e rifiuti nell’Agrigentino.
Siamo curiosi di verificare cosa hanno avuto da riferire in materia di rifiuti i vertici di Confindustria Sicilia ad Agrigento.
Anche perché ad accompagnare a Racalmuto nel 2012 l’allora vice prefetto Diomede (promosso sul campo Prefetto di Agrigento dal ministro Alfano, dopo la brillante operazione Racalmuto) e l’allora Ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, per notificare il decreto di scioglimento del comune, c’era proprio il vicepresidente di Confindustria Sicilia e proprietario della megadiscarica di Siculiana.
Guarda caso alcune di queste discariche, proprio in questi giorni, sono già state sequestrate dalla Magistratura per diversi abusi, truffe e tangenti ed i proprietari sono stati rinchiusi nelle patrie galere.
Della discarica di Catanzaro non sappiamo nulla.
Perché proprio ora è stata convocata questa urgentissima riunione in Prefettura? Perchè a presiederla c’era il vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, oltre che il presidente, Antonello Montante? Come mai è stata avvertita la necessità di estendere l’invito anche a tutti i magistrati agrigentini?
E’ stato forse deciso che il nostro Catanzaro è l’unico che si salva o che si vorrebbe salvare, assieme alla sua mega discarica di Siculiana?
Vuoi vedere che quella di Siculiana risulterà in Sicilia l’unica discarica privata in regola in tutto e per tutto!
Ne siamo certi.
Non sappiamo se la stesse certezze, avvalorate peraltro anche da qualche insigne giornalista agrigentino, verranno espresse dai Magistrati che si stanno occupando della scandalose gestione delle discariche private siciliane e dello smaltimento dei rifiuti.
L’intero ciclo di raccolta e smaltimento dei rifiuti che, a noi Siciliani costa almeno il triplo del resto d’Italia, è praticamente gestito in regime di monopolio da svariati anni.
Si tratta ormai di due miliardi di euro di debiti che gravano, ingiustamente, su cittadini, imprese e comuni tutti quanti economicamente strangolati da queste perverse ed illegali truffe miliardarie.
Salvatore Petrotto