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Lo spettacolo di Venerdì 23 Settembre dal titolo “E partinu di noti l’emigranti” (organizzato dal gioco del lotto) e altre storie siciliane in Piazza Beati Paoli a Palermo nel cuore del mercato del Capo, alle ore 20,15 si concluderà con le musiche di Barberia che hanno reso famosa la Compagnia di Canto favarese composta da: Giuseppe Calabrese voce storica del gruppo, Paolo Alongi chitarra, Mario Vasile percussioni, Mimmo Pontillo strumenti a plettro, Maurizio Piscopo voce fisarmonica e follie varie…
Le musiche dei barbieri siciliani rivivranno nello splendore del Teatro Cometa di Roma di fronte al Campidoglio dal 19 al 31 Ottobre in compagnia dell’attore Massimo Venturiello. Infine, tra qualche mese, la Compagnia riceverà il Premio Rosa Balistreri per i suoi 45 anni di attività culturale. La Compagnia l’anno scorso ha pubblicato con Salvatore Ferlita un prezioso libro sugli emigranti definito dal Settimanale Panorama uno dei tre libri più importanti del 2015, dal titolo:”Merica Merica viaggio verso il nuovo mondo” Sciascia Editore che sarà consegnato a Papa Francesco a cui è dedicato. La Compagnia sta lavorando ad un altro libro-cd sui “Carusi di zolfo” sempre con musiche di Giuseppe Calabrese e Maurizio Piscopo e la parte letteraria di Salvatore Ferlita.
Nei canti della Compagnia rivive con passione l’immagine di una Sicilia vera, gli scorci della storia millenaria, le dominazioni, le ribellioni, la poesia e la letteratura dei maggiori scrittori siciliani. Dai canti fanciulleschi, alle serenate sotto i balconi, ai canti struggenti dei “Carusi di zolfo”, a quelli degli emigranti in partenza per la lontana Merica. Fino ad arrivare alle prodigiose suonate dei barbieri un argomento per molti sconosciuto in Italia anche dagli addetti ai lavori. Una grande Cultura millenaria volutamente cancellata nei libri di scuola elementare, che con forza e fermezza Maurizio Piscopo e Peppe Calabrese con la Compagnia rimettono al servizio dei siciliani che amano la loro terra e le proprie tradizioni, affinchè le nuove generazioni si possano riappropriare di un’Antica Cultura “scippata”.