Il maltempo ha dato il colpo di grazia ai collegamenti stradali già non adeguati per la quasi assenza di manutenzioni. Il risultato dei tagli alla spesa pubblica è che adesso si spenderà di più per rimettere in piedi la rete stradale. Bisognerà trovare i soldi in una situazione di assoluta confusione tra le competenze sui collegamenti divisi in statali, provinciali, comunali, privati. E a Favara, dove tutto è di più, una frana si è abbattuta su una strada delle Ferrovie dello Stato, quando i binari non ci sono più da oltre mezzo secolo.
In questa confusione di competenze è possibile nascondersi, fuggire, sicuramente perdere tempo e rinviare, fino a quando non accadrà il fatto tragico. Poi arriveranno le lacrime, i discorsi di rito e si apriranno i cordoni delle borse.
E’ a rischio la sicurezza delle persone. Ed è necessario e urgente programmare i lavori necessari per rendere sicure le strade. Il non avere i soldi non è una giustificazione valida, ché montagne di euro dei contribuenti vengono spesi per mantenere la casta politica, enti perfettamente inutili, opere e lavori che nessuno ha mai desiderato e voluto.
I soldi sono pochi? Bene, allora gestiamoli meglio. Non si possono mantenere gli sprechi e tagliare l’indispensabile.
Dovrebbe convincersene il presidente Crocetta, la giunta regionale, i deputati all’Ars, che, invece, sono tranquilli tanto non parla nessuno.
Mentre scrivo non ho il dato recente ma riporto quello del 2013. In quell’anno l’Assemblea regionale ha speso per mantenersi 165 milioni, contro i 68 milioni di Regione Lombardia, che ha quasi il doppio degli abitanti dell’Isola. Il Piemonte si ferma a quota 62 e la Campania era a quota 66 milioni. Nel 2013, per dirne una sola, alcuni sono arrivati a farsi rimborsare 27 caffè al giorno.
La situazione è questa: da un lato si butta il denaro pubblico e dall’altro non si ha un centesimo di euro per le opere necessarie ai cittadini contribuenti. In altre parole paghiamo per mantenere il sistema che non ci garantisce e non ci ritorna nulla.