In questi giorni imbarazzante è lo scontro politico tra il sindaco e i due parlamentari sulla “coppola” degli asili nido. Un metodo arcaico che la dice tutta sui rapporti ormai beceri della politica locale dove ognuno, pur di acquistare consensi, è disposto a prendere a cazzotti l’altro.
Sulla vicenda del finanziamento del servizio a domanda individuale degli asili nido a Favara tramite i fondi PAC destinati dal ministero dell’Interno e che saranno gestiti dal Distretto socio sanitario D1, occorre chiarire aspetti tecnici prima ancora che politici, soprattutto per garantire il servizio ai bambini e il posto di lavoro alle maestre.
Sulla gara del primo comunicato di merito e sulla mancata cooperazione tra deputati e sindaco lasciamo ai nostri lettore ogni giudizio, mentre sugli aspetti che mettono in serio dubbio l’avvio concreto del servizio a settembre, vogliamo fare delle considerazioni.
Sarà difficile che i bambini e le loro famiglie avere garantito un indispensabile servizio già da settembre perché ancora la strada è veramente lunga per la complessa progettualità del piano di interventi per servizi di cura all’infanzia e il coinvolgimento di sindaci degli 11 Comuni del distretto socio-sanitario D1, con capofila Agrigento.
Il ministero ha deliberato uno stanziamento di circa 2 milioni di euro (al Comune di Favara sono toccati 407.000,00 Euro) e prevede che 343 bambini dell’intero distretto abbiano la possibilità di accedere agli asili nido. Per esempio a Favara beneficeranno del servizio 71 bambini, ad Agrigento, Aragona e Raffadali, 68 bambini, oltre ovviamente la salvaguardia dei posti di lavoro delle maestre che da oltre un ventennio operano negli asili.
L’importo di oltre 400 mila euro garantirebbe il sevizio nemmeno per un anno e se il distretto socio sanitario (non il comune di Favara) mettese a bando tali somme, considerando i giorni di pubblicazione previsti dalla normativa per gli appalti pubblici e gli adempimenti amministrative connessi, il servizio potrebbe partire non prima dell’inizio del 2016, e quindi ad anno scolastico inoltrato. A meno che il progetto non sia stato presentato al Ministero con specifica finalità di prosecuzione e l’amministrazione comunale si farà carico, nelle more della definizione delle procedure, del costo del servizio per l’inizio dei primi mesi del servizio.
Auspicio di tutti è che la politica, piuttosto che litigare sui potenziali risultati, eviti sterili manovre illusionistiche a vantaggio di una collaborazione costruttiva a livello romano ed europeo, dove è possibile reperire soluzioni e risorse. L’amministrazione comunale deve presentare progettualità e i deputati, facendo il loro lavoro, devono portare a Favara risorse, quasi in una sorte di staffetta sportiva, senza rischiare di perdere il “testimone”, in questo caso il bene comune del paese. Mentre nulla c’entra la coppola del sindaco.