SECONDO GLI OPERATORI ESPERTI IN POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO DELLA PROVINCIA ENNESE, LA CLASSE POLITICA SICILIANA E’ RESPONSABILE DELLO SFASCIO DEL SETTORE
Il 30 marzo sarà lo sciopero che unirà tutte le diverse anime della Formazione professionale? Dopo mesi di trattative separate con Governo regionale che ha visto da un lato i sindacati confederali e dall’altro i lavoratori riuniti in gruppi spontanei affrontare la vertenza insieme ai sindacati e movimenti autonomi e di base, adesso il fronte potrebbe riunificarsi.
È una vera a propria ‘chiamata alle armi’ quella del prossimo lunedì che vedrà lavoratori delle tre filiere formative (Interventi, servizi e Istruzione e Formazione professionale) manifestare insieme per le vie di Palermo fino a raggiungere Piazza Indipendenza, sede del Governo regionale. Ad aspettarli questa volta dovrebbe esserci il Governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, e gli assessori interessati, Mariella Lo Bello e Bruno Caruso, rispettivamente titolari della delega alla Formazione professionale e al Lavoro.
Gli operatori esperti in politiche attive del lavoro della provincia di Enna hanno voluto esprimere il disagio attuale attraverso un comunicato che richiamiamo integralmente di seguito.
“Lunedì, 30 marzo, i lavoratori della formazione professionale e gli operatori esperti nelle politiche attive del lavoro saranno a Palermo e in questa occasione, molto probabilmente, si consumerà l’ultimo atto di una penosa e triste vicenda che ha visto assurdamente massacrato un intero settore, di importanza nevralgica, sulla cui riforma e razionalizzazione non si fa che discutere da anni, a spese e detrimento dei lavoratori che ancora una volta saranno costretti a scendere in piazza per denunciare lo scempio in atto e per gridare il loro ESSERCI come uomini e lavoratori che reclamano quel dovuto riconoscimento sociale e quella dignità di persone, più volte misconosciuti e calpestati.
Non sono stati sufficienti i tanti e commoventi appelli indirizzati alle massime Autorità dello Stato, financo a Sua Santità, Papa Francesco, allo scopo di scuotere non solo un’opinione pubblica ormai assente e del tutto scollata dalle questioni politiche e sociali che vive come lontane, pressata dall’urgenza dei bisogni e necessità di natura economica, ma soprattutto la coscienza di un’intera classe politica, sempre più arroccata e abbarbicata nella gelosa difesa del proprio ‘particulare’.
Il sentore, divenuto ormai certezza, è che si sia giunti al capolinea e che migliaia di lavoratori siano stati abbandonati da una politica che ancora in occasione della seduta congiunta tra le Commissioni di Lavoro e Bilancio, del 26 marzo scorso, tra ritardi di assessori e deputati in tutt’altre faccende affaccendati, annaspava e navigava a vista. Una classe politica incurante della grave emergenza sociale che non giustifica più ulteriore margine a lungaggini, caos, chiacchiere, proclami, specchietti per le allodole e chi più ne ha più ne metta.
Mesi e mesi di dibattimenti e snervanti attese tra assessori che andavano e che venivano, hanno permesso di acquisire un ricco bagaglio a riguardo. Tutto questo oggi assume i contorni grotteschi di una realtà molto squallida ancorché triste, soprattutto quando assistiamo a roboanti convegni sul programma Garanzia Giovani e sulle sfide del futuro, senza riferire della situazione di stallo e di impaludamento in cui si trova il suddetto programma, ad oggi.
Tutto questo dovrebbe offendere non solo le nostre ma anche le intelligenze di chi – il riferimento è a tutta una classe dirigente – non si rende ancora conto dell’immagine che rischia di dare di sé, qualora ci si continua a schermare dietro pretestuosi, strumentali appigli, solo per prendere tempo o fare il gioco delle tre carte, confondere tutto, per poi rimescolare tutto, ancora e ancora una volta. Parrebbe una cinica e ingenua forma di demagogia che, però, non ha più presa, oramai da tempo ormai e chi non ne ha ancora consapevolezza piena, rifletta e scenda in piazza con i lavoratori se vuole cogliere l’occasione per riscattarsi. Il posto della politica è nelle piazze, la politica deve uscire dai palazzi di potere e ritornare nell’agorà, riappropriandosi di quella prerogativa precipua che ne fa una delle più alte e nobili attività umane, laddove è volta al bene comune”.
1 commento
Al Crocetta, Monterosso, Corsello, Scilabra, Bruno, Caruso,Lo bello e a Tutta la casta politica
Vi ringraziamo e Vi auguriamo una pasqua serena : come la stiamo vivendo NOI