Il consigliere Gaetano Airò prende spunto dalla famosa Livella del grande Totò e la utilizza per iniziare a bacchettare Manganella sullo stato di abbandono del cimitero di Piana Traversa.
“Ogn’anno, il due novembre, c’é l’usanza per i defunti andare al Cimitero. Ognuno ll’adda fà chesta crianza; ognuno adda tené chistu penziero.
Ogn’anno, puntualmente, in questo giorno, di questa triste e mesta ricorrenza, anch’io ci vado, e con dei fiori adorno il loculo marmoreo ‘e zi’ Vicenza. St’anno m’é capitato ‘navventura…”
Senza essere oggi il 2 Novembre, come il principe De Curtis, anche a me è capitata un’avventura.
Questa mattina mi sono recato presso il cimitero di Piana traversa per effettuare un sopralluogo e per poter costatare, di fatto quanto lamentato dai cittadini sullo stato di abbandono del luogo.
Entrando in quello che un tempo, a dire dei forestieri, era la cosa più bella è forse l’unica cosa che funzionasse nella città di Favara, mi sono trovato ad assistere a uno spettacolo indegno.
Ho trovato un posto abbandonato a se stesso.
A terra, sparse qua e là, carte e fiori secchi, i cestini che si trovano vicino alle nicchie cimiteriali sono ormai al limite di sopportazione. Le aiuole sono piene di erbacce. Una situazione pietosa che rende quanto mai difficoltosa la visita ai propri cari defunti. Il caldo e le temperature elevate di questi giorni fanno il resto. Infatti, la mancata pulizia potrebbe trasformarsi in un serio pericolo igienico-sanitario per tutti i visitatori. A parte le ovvie ragioni di decoro e rispetto per un luogo consacrato alla memoria dei defunti, è quanto mai prioritario intervenire per garantire l’igiene e la sicurezza ai familiari che si recano a trovare i defunti.
Subito dopo, il mio sopralluogo ho avuto modo di parlare con un dipendente comunale di Piana Traversa, il quale con forte disappunto, ha manifestato le difficoltà nel gestire una situazione del genere.
Ho cercato di capire come in passato si riusciva a mantenere il cimitero pulito e in ordine, lo stesso impiegato faceva presente che in passato avevamo avuto a disposizione il personale “ESA”, e che quest’anno a causa della crisi ancora non hanno preso servizio.
Ma come, con tanto personale a disposizione, Manganella al quinto anno ancora non lo organizza, non lo rende produttivo e efficiente. Sasà, Sasà, Sasààààà, non pensi ai morti figuriamoci ai vivi!”