Il favarese Giuseppe Quaranta arrestato nell’operazione “Montagna” dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ha deciso di pentirsi e di collaborare con la magistratura. “Ho deciso di collaborare per il bene della mia mia famiglia e mio personale – ha detto durante il suo interrogatorio – sono stanco e ho avuto delusioni da queste persone”.
E così Giuseppe Quaranta ha raccontato i suoi inizi quando è stato combinato ovvero quando è stato inserito nel organigramma mafioso di Cosa nostra agrigentina con il rito della “pungitura” e della bruciatura delle Santino, ricorda perfettamente che era quello di Sant’Antonio da Padova. La formula l’ha letta Fragapaane e Quaranta l’ha ripetuta “da oggi sei uomo d’onore di Cosa Nostra, se tradirai, dirai bugie, brucerai come questa santina”. Quindi ci fu la pungitura con un ago e le dita dei dur si unirono a sancire il patto di sangue. “Eravamo soli nella sua masseria a Santa Elisabetta – ricorda il pentito – Divenni così uomo d’onore e in quel momento stesso Fragapane mi diede il comando della famiglia mafiosa di Favara”.
Quaranta racconta i suoi inizi, gli incontri con gli altri boss di Cosa nostra e appartenenti alle varie famiglie mafiose principalmente quella di Santa Elisabetta con il capomafia Fregapane di quelle che sono state le sue azioni nel campo delle estorsioni.
Il nuovo pentito racconta del suo ruolo e dell’incarico avuto nella gestione di una parte della latitanza del Boss Maurizio Di Gati, è stato lui a comprare una casa in località Grancifone e badare al latitante per un lungo periodo.
“Sono disposto a collaborare a 360° con la magistratura e raccontare tutte le cose che io ho fatto personalmente e di cui sono a conoscenza che altri hanno fatto e indicare nome e cognome delle persone”.
La decisione del pentimento di Giuseppe Quaranta è avvenuta alla fine di gennaio dopo circa una settimana dalla operazione Montagna che ha visto l’arresto di 56 appartenente alla famiglia mafiosa di Cosa nostra tra cui tantissimi favaresi con posizione di primo piano all’interno dell’organizzazione mafiosa.
Giuseppe Quaranta ha indicato nome e cognome ai PM della Dda“l’unica famiglia mafiosa presente a Favara appartiene a Cosa nostra e ne fanno parte Vella Giuseppe, Pasquale Fanara, Valenti Stefano, Valenti Gerlando, Blando Giuseppe, Limblici Calogero, Pullara Luigi e Angelo Di Giovanni. Almeno questo succedeva nel periodo in cui c’ero io. Ci sono altri gruppi criminali che noi chiamiamo ‘Paraccari’ che hanno un capo e un sottocapo, ma se devono fare attività criminali devono chiedere a noi di Cosa nostra”.
Quaranta ha fatto anche un cenno alla politica:“il candidato a sindaco di Favara non lo sceglie la famiglia mafiosa e di non essere a conoscenza di candidati che hanno chiesto voti”.