Gaetano Scorsone
DA LUNEDÌ IL VIA DELLA IX EDIZIONE DELLA FESTA DELLA LEGALITÀ E DEL 1° FESTIVAL DELLA STRADA DEGLI SCRITTORI.
In un clima di preoccupazione e di diffuso sconcerto per i fatti di cronaca cittadina che hanno turbato ed indignato la nostra comunità, a Favara sta per avere inizio la IX Edizione della Festa della Legalità. Quest’anno l’abbinamento con il 1° Festival della Strada degli Scrittori la arricchisce di ulteriori interessanti sfumature che pongono l’accento sui luoghi, i paesaggi e le comunità che si affacciano sulla S.S. 640, battezzata come Strada degli Scrittori per rendere omaggio non solo a quegli Autori che da queste realtà hanno tratto ispirazione per la realizzazione di opere letterarie divenute, nel tempo, patrimonio della cultura mondiale, ma anche per rinsaldare il ricordo del sacrificio di quegli Eroi della Legalità cui sono dedicate le silenziose stele collocate lungo il suo tracciato.
Da lunedì 8 maggio e sino a domenica 14 compresa, un articolato programma fatto di interessanti iniziative alla cui realizzazione, sotto l’egida dell’Amministrazione Comunale, hanno lavorato in stretta condivisione Scuole di ogni ordine e grado, Associazioni della comunità civile ed ecclesiale, Istituzioni cittadine e provinciali e la Chiesa, chiamerà a raccolta la società civile della nostra città per offrire un’ulteriore opportunità di riflessione sull’importanza di una più diffusa e partecipata applicazione delle buone regole del vivere civile nonché di un più sentito spirito di appartenenza comunitaria proprio per scongiurare episodi come quelli che inaspettatamente hanno scosso la sensibilità di noi tutti.
Al di là di sterili polemiche, di giudizi sommari, di speculazioni e/o strumentalizzazioni varie la Festa della Legalità, sin dalla sua nascita, non ha mai avuto la velleità di panacea di tutti i mali della nostra comunità né tantomeno la presunzione di cambiare con un colpo di bacchetta magica comportamenti, equilibri, pratiche e schemi mentali consolidati nel tempo e, dal tempo stesso, inesorabilmente bocciati perché portatori di disfunzioni ovvero sfaceli, tensioni, discriminazioni, clientelismi, disservizi, malcontento, devastazione urbanistica, ambientale e paesaggistica, che poco o nulla hanno avuto a che fare con l’auspicato virtuoso orientamento verso forme ed espressioni di maggiore lungimiranza, di più spiccata sensibilità, di più diffusa legalità.
Vuole essere, invece, un “mea culpa” riparatore offerto a tutti quei cittadini, politici, burocrati, funzionari, imprenditori, professionisti, che si sono lasciati abbagliare da un falso benessere fondato sull’appagamento immediato dell’interesse personale e sul saccheggio del patrimonio comune piuttosto che impegnarsi nella virtuosa opera della comune progettazione di un futuro migliore dove tutti potessero trovare risposte concrete alle proprie necessità, dalle più elementari a quelle fondamentali. Un’efficace cura contro quel sistema che ha illuso due generazioni prospettando un paese del Bengodi fondato sulla sabbia o, per meglio dire, sulle sabbie mobili, che ha letteralmente fagocitato risorse di ogni tipo mettendole in conto alle generazioni future condannate, così, ad un forzato esodo all’estero alla ricerca di una giusta sistemazione negata in terra madre. C’è, dunque, chi non si è svegliato – o non si vuole svegliare – da questo sonno generatore di mostruosità, credendo di poter continuare all’infinito a mantenere privilegi e posizioni sottratti ad un sistema sempre più in sofferenza per l’applicazione della spregiudicata filosofia del “posseggo, dunque sono”, senza mai mostrare freni inibitori capaci di controllare le spinte di una insaziabile bramosia di ricchezza e di pseudo opportunità. C’è, invece, una sempre più crescente parte della società civile che ha preso atto di questi errori e, di conseguenza, spinge con sempre maggiore vigore verso un salutare cambiamento da realizzare in condivisione anche con quanti, dopo una meditata conversione, vogliano rientrare nei ranghi del Bene Comune, della Giustizia e della Onestà intellettuale.
La Festa della Legalità vuole essere, dunque, l’efficace collante capace di sanare ferite, di ricucire strappi e di colmare quei vuoti spirituali, ideali ed affettivi da cui sono derivate esclusioni, discriminazioni e, soprattutto, sofferenze e dolori. Ecco perché, sin da adesso, si vuole lanciare l’invito ad essere presenti a quante più iniziative possibili del previsto programma per una più matura, più convinta e determinata testimonianza di cittadinanza attiva e di appartenenza comunitaria che trovi, poi, nella marcia di venerdì 12 maggio l’espressione più alta, consentendo di raccoglierci, come compiaciuta famiglia di famiglie, in Piazza don Giustino alle ore 09.30, per poi sfilare, gli uni al fianco degli altri, sino in Piazza Cavour dove potremo offrire, ad una compiaciuta Favara, il nostro non più derogabile contributo per quel futuro migliore che noi tutti meritiamo.