Siamo tutti parenti da zita e tutti dovremmo sostenere, semplicemente, prestando attenzione all’attività di significativa importanza portata avanti dalle associazioni in difesa del bene prezioso e primario dell’acqua.
Siamo di fronte alla paradossale situazione che vede un servizio inadeguato sul quale non si riesce a collezionare le inadempienze. Qualche lettore si indigna quando utilizzo termini poco eleganti, ma come si fa a non perdere la calma sul paradossale. Cazzo! Il servizio idrico funziona? Spetta al controllore Ati, formato dai sindaci dei Comuni serviti rispondere alla domanda e evidenziare le eventuali responsabilità sulle inadempienze del Gestore. Perché si perde tempo? O funziona o non funziona. Ma è così difficile?
Nella recente assemblea dell’Ati, qualcuno ha notato “un clima, a tratti di ilarità e superficialità rispetto le delicate tematiche che si stavano affrontando e ciò, a scapito degli utenti che giornalmente subiscono il disservizio”. I primi ad esserne amareggiati sono le associazioni, che, attenzione, non hanno alcuna intenzione di tirare i remi in barca, anzi. Rieccomi pesante, si sono incazzati e non sono più disponibili a dare nuovo credito.
E non di tutte le erbe si può fare il fascio, ché, guarda caso, due donne non hanno fatto parte del coro: Margherita La Rocca Ruvolo, sindaco di Montevago e Mariagrazia Brandara, commissario di Licata.
In una riflessione “rubata”, Salvatore Licata, del coordinamento Titano dice: “Non lo so se d’un caso. Va sottolineato che in atto solo Margherita La Rocca di Montevago e la Commissaria di Licata , si sono esposte mettendoci la faccia ed opponendosi agli altri sindaci, questo va detto pure per amore della verità . Mariagrazia Brandara aveva qualche giorno fa inviato a tutti i sindaci la nostra diffida ad adempiere con l’esortazione ai sindaci a farla propria. Margherita La Rocca ha votato contro alla proposta del Presidente e lo ha pure motivato. Guarda caso due donne che dimostrano di avere senso della giustizia e rispetto e amore verso i cittadini che rappresentano. Per noi sono un simbolo ed una speranza”.
Si inizia da loro, mentre gli altri arriveranno, mi auguro, spinti dall’opinione pubblica.
L’Ati non è chiamata a riformare il mondo arabo, deve semplicemente fare la “pesatura” del servizio. Così come ogni singolo sindaco componente dell’Ati.
E torno ad essere pesante, mi incazzo io da utente per l’acqua che non arriva come dovrebbe in qualità, quantità e costi nella mia abitazione, come fa un sindaco che rappresenta decine di migliaia di utenti non uscire fuori dalle scarpe.
Il problema è che non tutti i cittadini sanno, ancora si fidano, la soluzione sta nell’informare i cittadini su ciò che accade.