Gentile Direttore,
Le scrivo per consegnarLe, da privato cittadino e giovane professionista ad un osservatore quotidiano delle vicende della nostra comunità, uno spunto di riflessione, una lettura improntata ai fatti, così come ufficialmente ci sono stati rappresentati, della controversia sorta tra il Comune di Favara e la Farm Cultural Park.
Debbo confessarLe come il dibattito pubblico virtuale scaturitone, se pur, in realtà, monocromatico, non possa riconoscersi come un momento di confronto, di scambio, anche vivace, di opinioni diverse, di formazione di una coscienza civica sana e forte che, ormai, questa città merita e attende da troppo tempo.
Sarebbe scorretto umanamente ed intellettualmente non riconoscere a tutti coloro che hanno reso e rendono possibile il fenomeno Farm Cultural Park, al suo fondatore, di ingenerare, tra chi ne viene a contatto, il desiderio di testimoniare la propria individualità nel processo di miglioramento del bene comune, dell’amministrazione della cosa pubblica, che tutti dovremmo continuare a sostenere trasversalmente, a beneficio di tutti i cittadini e della pluralità degli operatori commerciali.
La rappresentazione degli accadimenti è stata affidata ad una nota del Sindaco avv. Anna Alba, la quale chiarisce, richiamando documenti da essa stessa visionati, come, nelle more, sicuramente troppo lunghe, che l’ufficio competente esitasse la richiesta di nulla osta, giustappunto depositata in data 10.04.2017, già : “nel mese di giugno 2017 venivano effettuati dei sopralluoghi da parte della Polizia Municipale in cortile Bentivegna, da cui scaturivano alcuni provvedimenti penali e amministrativi”, di cui, però, non svela natura e contenuto.
Si susseguiranno altri, non precisati, sopralluoghi, che si concluderanno con la notifica, in data 5.07.2017, dei relativi verbali agli interessati, da cui emergerebbe come “già collocata la struttura oggetto dell’istanza del 10.04.2017” e con ordinanza del 24.07.2017, se ne ordina lo smantellamento e la rimessa in pristino.
Gli unici provvedimenti penali di cui si ha conoscenza, sempre per ammissione del primo cittadino, sono consistiti nell’apertura di un fascicolo da parte della Procura della Repubblica di Agrigento; invero, la circostanza è arricchita di un particolare che il Notaio Bartoli affida al suo comprensibile atto a difesa della sua persona e della sua creatura, ovvero che un privato, proprietario di un immobile all’interno del Cortile Bentivegna, abbia sporto denuncia, in quanto le sarebbe stato impedito l’accesso a un immobile di sua proprietà.
A riscontro di una seconda istanza di autorizzazione all’occupazione del suolo pubblico, del 28.06.2017, corredata dal versamento del corrispondente in danaro, determinato, si presume e come logica imporrebbe, dal competente ufficio comunale, si convoca una Conferenza dei servizi tra le parti, ed i verbali sarebbero dirimenti circa le posizioni venutesi a creare, che miseramente naufraga davanti le criticità emerse.
Come ricordato dal Notaio Bartoli, le opportune sedi ove sostenere le proprie ragioni e stigmatizzare quelle dell’Ufficio comunale preposto sono varie e a diversi livelli giurisdizionali; peraltro, come affrettatasi a chiarire, il Sindaco ha manifestato la disponibilità dell’Amministrazione comunale, dei propri dirigenti, a concordare un incontro chiarificatore con le parti interessate.
Parrebbe, dunque, aderente ai fatti che l’annoso iter del procedimento amministrativo di esitazione delle proprie istanze, a cui l’Amministrazione comunale dovrebbe, quanto prima, porre rimedio, abbia fomentato nel richiedente la distorta convinzione di una sua positiva definizione, anticipandone, finanche, il provvedimento conclusivo e provvedendo alla posa delle strutture all’interno del Cortile Bentivegna.
Non crede, Direttore, che la nostra comunità, già di per sè, primeggi per una generalizzata insofferenza al rispetto delle regole, di ciò che è pubblico, dei diritti e legittimi interessi di un altro concittadino, alimentata dalle nostre azioni quotidiane?
Credo si sia persa l’occasione di poter testimoniare, specie a coloro i quali ancora oggi si mostrano riluttanti ad accettare una diversa condizione del vivere comune, l’efficienza e la capacità della struttura amministrativa di dare sostegno e pronto riscontro a valevoli iniziative private, di contemperare plurali interessi e che il rispetto delle regole, per quanto odiose e farraginose siano, si impone a tutti, nessuno escluso, con maggiore enfasi per chi si è assunto l’onore e l’onere di essere fautore di un rivoluzionario cambiamento.
Con stima.
Avv. Leonardo Cusumano
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LEONARDO CUSUMANO: IL RISPETTO DELLE REGOLE SI IMPONE A TUTTI
By vedisotto4 Minuti di lettura