Aldo Mucci
Agosto è finito ed è agli sgoccioli un’estate che non ha visto però soste nell’azione del Governo Renzi e dell’Unione Europea.
Mentre in Italia si auspicano e si annunciano ulteriori iniziative contro il mondo del lavoro e quei pochi diritti che restano ai lavoratori, a cominciare dal diritto di sciopero, l’Unione Europea, insieme alla BCE e al FMI strozzano la Grecia con piani di austerità che rappresentano la stretta finale e mortale contro un’economia già morente e che deve servire da monito per tutto il sud-europa.
Venti di una crisi sistemica iniziata anni fa e mai finita, si sentono soffiare da oriente; da una Cina che probabilmente sta vivendo anch’essa le contraddizioni della finanziarizzazione globale e che però continua a crescere a ritmi del 7% annuo. Una crisi che si fa politica ed umanitaria e che spinge centinaia di migliaia di esseri umani a fuggire da guerre e fame e premere contro i nuovi muri costruiti dalla vecchia Europa, dimentica di quando era lei a fornire braccia e carne alle emigrazioni di massa.In questo quadro è sicuramente difficile muoversi sindacalmente e nell’ambito sociale, anche per l’assenza cronica di una politica che dovrebbe indicare soluzioni e nuovi orizzonti, piuttosto che reprimere il dissenso e utilizzare la retorica per diffondere a piene mani disperazione e rassegnazione.
USB sin dall’inizio dell’Estate aveva indicato in settembre il mese di riavvio di un’attività sindacale che non si è mai fermata, ma che ora deve necessariamente accelerare e porre al centro del suo agire le condizioni di disagio di milioni di persone nel nostro paese.L’attacco al welfare e ai diritti, i tagli alla sanità e alla scuola, i salari fermi o in discesa, le pensioni da fame, la disoccupazione che non accenna a diminuire, la mancanza di speranza e di certezze per milioni di giovani.
Le donne e gli uomini di USB sono assolutamente convinti di poter e di dover reagire, di riuscire a dimostrare che un’altra strada è possibile, che è indispensabile far toccare con mano a lor signori che esiste una opposizione reale nel paese reale, che non è quello che ci fanno vedere nei telegiornali e sulla carta stampata.
Difendere e rilanciare il welfare, bloccare le privatizzazioni, mobilitarsi sui temi sociali a partire dalla casa, dal reddito e dai diritti dei migranti, difendere i diritti dei lavoratori. Rilanciare l’iniziativa dei lavoratori, dei disoccupati, dei settori marginalizzati della società: dare l’allarme e chiamare alla mobilitazione le migliori forze del lavoro, ma anche del ceto medio impoverito, del ceto intellettuale, per fermare la spirale nella quale ci stanno spingendo l’Unione Europea e i suoi governicchi nazionali, rivendicare il diritto al lavoro.
La classe lavoratrice non ha alternative percorribili: deve tornare a essere protagonista e artefice del proprio destino nell’era del neoliberismo e dell’austerity, deve rimandare al mittente l’indigesto “ce lo dice l’Europa” e soprattutto rovesciare il paradigma reazionario secondo cui “certi diritti non possiamo più permetterceli”.