Se un pensiero ci porta all’ospedale di Ribera, sicuramente ci ricorderemo che nella struttura del vecchio ospedale una volta oltre ad importanti interventi chirurgici si operava anche la cataratta (che conservava 2 posti letto in reparto); e pensare che un tempo il fondatore del nosocomio fu proprio un deputato riberese al parlamento nazionale, un politico. Oggi la politica, invece, sembra innanzitutto essere incapace di far quadrare i conti sulla voce sanità, che si presenta come se fosse la più grande croce del Sud, dove si spende tanto e male. A Ribera, come in altre città, sono stati chiusi il reparto ginecologia ed ostetricia, un punto nascita, come se nessuno avesse più neanche il diritto a partorire o a nascere nella propia città; il reparto cardiologia, un altro importante salva vita, non solo per i riberesi ma anche per i paesi limitrofi, ed il reparto di ortopedia. Nel frattempo, però, nonostante avessimo ricevuto personalmente le rassicurazioni dell’ex assessore alla sanità, dott. Russo, per la non chiusura dell’ospedale ma di integrazione con quello della vicina Sciacca, si spendono soldi pubblici nella struttura per l’insediamento di una società di eccellenza per la riabilitazione: La fondazione Maugeri, nonostante a pochi km, fosse già stato attivato un altro punto della stessa. Considerati i costi, ci si chiede a chi bisognerebbe dare precedenza in un ospedale. Volendo, però, il presidente Crocetta, ci potrebbe consentire di soddisfare qualsiasi necessità sanitaria, con i milioni di euro di royalties (tasse per la raffinazione di idrocarburi) iva e irpef, che vanno a Roma, tramite il patto scellerato firmato tra lui e Renzi.
Stiamo assistendo, dunque, ad un decadimento del nostro sistema sanitario, dato che continuano a mancare personale medico, paramedico ed ausiliari (qualcuno con contratto quasi scaduto o rinnovato a certe condizioni – tipo quella di rinunciare al contratto indeterminato firmando la rinuncia, come ipotizzato da: “report la7” ), con la sola garanzia di un pronto soccorso, neanche efficiente, data l’insufficienza di personale e per la presenza di un solo medico. L’annuncio dell’attuale assessore regionale alla salute, Gucciardi, però ci rincuora infatti annuncia l’aumento di posti letto in molti ospedali, dunque non solo la sopravvivenza ma addirittura l’ampliamento di alcune strutture che erano state penalizzate, il tutto promesso su carta perché si aspetta il parere da Roma. Sarà che si avvicina la campagna elettorale? Staremo a vedere.
E che dire delle strutture esterne convenzionate? Questi dovranno restituire 5 anni di emolumenti che erano stati erogati col tariffario Bindi anzichè Balduzzi, una somma pari a 150 milioni di euro. In pratica, se il Tar riterrà nel giusto le restituzioni, laboratori di analisi cliniche ed altri convenzionati rischiano un indebitamento non indifferente o addirittura, nel caso di strutture con budget più bassi, la chiusura. È questa non è la prima batosta per i convenzionati esterni, già in passato hanno subito una riduzione del budget del 25%, in modo retroattivo, che penalizzò i più piccoli che non lo sforavano, causando già allora la chiusura di alcune strutture, quando invece l’operazione doveva servire ad un non sforamento dello stesso. Ci chiediamo se la confusione di una politica che tutt’ora ci amministra non possa condurci, così come è successo per acqua e rifiuti , ad offrire in sordina anche una sanità a pagamento e a caro prezzo, curarsi diventerebbe un privilegio per pochi, sicuramente sarebbe come schiaffeggiare o negare, in un certo senso, ciò che recita l’articolo 32 della Costituzione Italiana: “la repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettivita’, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
Il meetup ribera 5 stelle
Caternicchia Filippo
Caronia Rosetta
Massimiliano Diecidue