Valentina Piscopo
Ortus, è l’occasione sciupata, una delle tante, del rilancio dell’economia locale. Un gioiello abbandonato dalla politica responsabile della povertà del territorio. E le giustificazioni stanno a zero.
Favara vive il suo tempo al condizionale, incatenata in quella struttura verbale fatta di “ vorrei”, “ potrei”, “farei”, “avrei voluto”. Ed è nella Favara della “modalità” che, per sua natura intrinseca, indica una certa insicurezza, ci siamo noi, abitanti di una città strana…anzi per dirla alla Buttafuoco, “buttanissima”. L’articolo di oggi è lo sfogo di un nostro compaesano stanco di un’amministrazione sorda. Per farsi sentire è costretto ad alzare la voce utilizzando il nostro giornale.
Chi non ricorda il grandioso Progetto O.R.T.U.S? Progetto elaborato da bravi professionisti, finanziato dal Ministero Infrastrutture e Trasporti e dall’ Assessorato regionale LL.PP, per una cifra da capogiro. Obiettivo del mega progetto era la riqualificazione urbana, paesaggistica ed ambientale del Quartiere degli Orti e delle zone limitrofe con interventi di miglioramento delle opere di urbanizzazione.
Cosa è rimasto oggi del Progetto O.R.T.U.S? Solo degrado ed abbandono. Così come si sentono abbandonati gli abitanti della zona. “ Sono andato all’ufficio verde pubblico del Comune di Favara, per chiedere che chi di dovere venisse a rispristinare l’ordine. Mi hanno risposto che a breve avrebbero mandato i netturbini ed una squadra di operai. Ebbene, sono passati esattamente 25 giorni e non si è visto nessuno!” . A parlare è un abitante del quartiere, deluso dalla mancata operatività dell’Amministrazione favarese.
“Visto che a parole non ho ottenuto niente, sto provvedendo a far arrivare al Municipio una richiesta scritta, perché nonostante i miei continui reclami, nessuno mi ascolta”, continua con rabbia il giovane che vuole rimanere anonimo. Durante la discussione, ci informa che già l’anno scorso, è sceso direttamente lui a pulire la zona confinante con la sua abitazione e che ha provveduto personalmente a far togliere un grosso alveare di api. “Il pericolo maggiore sta nel fatto che con il caldo estivo- continua il giovane favarese- molti bambini scendono nel parco Ortus per giocare. E se succedesse qualcosa? Non ha più le sembianze di un parco adatto ai bambini con una pista ciclabile, bensì sembra una giungla, infestata da zanzare, insetti, topi e animali di ogni genere. Non nego di aver sottoposto il problema anche al presidente del consiglio Leonardo Pitruzzella e al consigliere Nobile, ma ancora aspetto una risposta”.
Ma, come dicevamo, questo è quel particolare paese dove l’ordinario diventa straordinario, dove è più facile vivere di rimorsi che di rimpianti, dove a comandare l’azione degli uomini è il modo condizionale e non l’indicativo. Anche se , in casi come questo, andrebbe benissimo anche l’imperativo. Presente e categorico . Del tipo “Agisci!” di kantiana memoria.
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