Siamo nel pieno del periodo natalizio e ci piace pensare positivo. Per quanto possiamo ci caliamo nell’atmosfera della più sentita festività dell’anno. Nasce il Bambino ed è grande l’evento. I legittimi incazzamenti li rinviamo a Gennaio prossimo, quando e se ci ritroveremo nella stessa identica situazione di prima della “tregua” natalizia, così come un anno fa, di dieci anni fa e via dicendo fin dall’inizio della nascita di Favara, ché i problemi sono sempre rimasti tali.
Ora, anche io voglio rispettare il Natale e non sto qui a ricordare le immediate scadenze che dovrà affrontare la città. Rispetto come tutti la tregua. Del resto perché non mettere in conto la rivoluzionaria possibilità di un prossimo Gennaio diverso dai precedenti.
Lillo Attardo, nel 2017, pensa di arrivare all’obiettivo del 50% di raccolta differenziata. Ovviamente il minor conferimento, porterà alla riduzione dell’utilizzo degli autocompattatori e a “un risparmio di circa settecentomila euro, ai quali deve aggiungersi il ricavato della vendita dei materiali differenziati”. E’ Natale e voglio crederci.
E’ stato detto che gli effetti del dissesto saranno identici a quelli del piano di riequilibrio del debito. Mi sforzo di crederci salvo la verifica sulla effettiva pesatura prevista a fine del 2017, con l’insediamento dei commissari inviati dal Ministero degli Interni e dalla Corte dei Conti.
Assicurazioni sono arrivate, da più parti compreso il Governo regionale, sulla stabilizzazione dei precari. Crediamoci.
Quello che mi auguro è che il Natale non sia una sorta di prolungato fine settimana del povero debitore. Non ci sono giorni migliori del sabato e della domenica, quando le banche sono chiuse, per chi, purtroppo, ha debiti. Arriva il sospirato Venerdì pomeriggio e si vive finalmente un po’ di pace, pur restando i debiti e i relativi problemi che si ripresenteranno la Domenica sera o al massimo il Lunedì mattina. Cosa diversa è presentarsi preparati senza sperare nel terno al lotto, ché la festività e il vassoio di dolci non cancellano il problema, ma semplicemente lo rinviano.
Cosa voglio dire in estrema sintesi? Adesso ci arrivo sempre restando in tema natalizio.
E’ Natale e siamo tutti più buoni. Per esserlo abbiamo bisogno dei poveri e dei più deboli. Senza di loro non possiamo dare sfogo alla nostra bontà “natalizia” e la stessa politica non potrebbe dare, nel particolare momento, il meglio di se stessa.
Sarebbe, di contro, una vera rivoluzione già il ricordarsi alla fine della festa che la maggioranza della popolazione non riesce a mantenere, con le sue misere entrate, il sistema. Non riesce a fare fronte al pagamento dell’acqua, dei rifiuti, delle tasse in genere. Il Comune ha dichiarato il dissesto finanziario, mentre i cittadini hanno singolarmente dichiarato il loro “dissesto” già prima e in diverse occasioni. Una per tutte il previsto taglio delle prese idriche del 2015 che ha interessato circa 5mila utenze.
Ma adesso è tempo di augurarvi buon Natale, al resto penseremo il 2 Gennaio.