Pino Scumè
Nuova conferenza stampa stamane nell’aula di Girgenti Acque. “Quella di oggi – come ha sottolineato il presidente Marco Campione – vuole essere il primo di una serie di incontri tematici che avranno lo scopo di portare direttamente nelle abitazioni degli utenti tutte le informazioni che riguardano la gestione e la distribuzione dell’acqua. Abbiamo ritenuto opportuno, ha affermato Campione, intraprendere un cammino virtuoso che informi i cittadini in maniera corretta sul cosiddetto ciclo dell’acqua, dallo sgorgo alla fonte fino al rubinetto di casa”.
La nostra impressione sulla nuova linea aziendale è che Girgenti acque abbia deciso, diversamente dal passato, di non essere più compiacente con la politica attraverso il silenzio, ma di contrapporre le sue campane alle trombe di sindaci e politici contrari alla sua gestione. Lo vuole fare utilizzando e comparando cifre. Contrapponendo i numeri, che non tradiscono mai, alle parole.
“Girgenti Acque Informa”. Sarà questo d’ora in poi l’asse portante tra l’Ente Gestore e l’Utenza. Tema di oggi: la formazione della tariffa. Come e perché si arriva ad un costo finale di 1,93 per mc di acqua, quali sono le voci che più incidono su tale costo e conseguentemente come poter raggiungere l’auspicabile obiettivo della riduzione della tariffa.
Dati alla mano, la componente che più incide sul considerevole esborso per il servizio idrico è rappresentata dalla materia prima, l’acqua, che la Girgenti deve acquistare dai gestori delle fonti pubbliche per rivenderla allo stesso prezzo alla sua utenza. Gestori delle acque pubbliche che agirebbero in dispregio al principio costituzionale che tutto ciò che sta nel sottosuolo appartiene allo Stato che lo utilizza per il bene comune. Gestori regionali che attraverso il “possesso” di dighe e invasi costruiti col denaro dei contribuenti, immagazzina l’acqua pubblica e la vende a Girgenti Acque a 0,79 centesimi di euro per metro cubo che va ad incidere sul prezzo finale per quasi il 50%.
Se a tutto questo aggiungiamo la perdita del prezioso liquido dovuta alle condotte-colabrodo e agli allacci abusivi, si scopre che su oltre 40 milioni di metri cubi di acqua che partono dalle fonti, solo la metà arriva nei rubinetti degli agrigentini, ci chiediamo che senso hanno le pompose dichiarazioni dei politici “parolai” che da decenni minacciano guerra a tutto e nulla hanno fatto per dare ai cittadini reti idriche efficienti. Da decenni l’acqua si disperde e con essa i soldi dei cittadini.
Dei vari interventi, oltre all’introduzione del Presidente Campione, abbiamo ascoltato l’ingegnere Barrovecchio sullo stato della depurazione delle acque, l’ingegnere Andronaco che si è soffermato su quelle fonti ostaggio di alcuni comuni che non vengono adeguatamente sfruttate, il direttore generale Ponzo che si è soffermato sul problema della tariffa, la sola e unica voce che deve coprire i costi a tutti i livelli non potendo ricorrere ai trasferimenti o a nuove tasse. L’ingegnere Riccobene ha affrontato il problema dei contatori che presto saranno operativi in tutto il territorio e, non ultimo, l’intervento del Direttore del Personale, ingegnere Marisa Macaluso che sottolineato l’impegno dell’Azienda per la formazione dei dipendenti (circa 350 unità) con un costo che si aggira sui 6 milioni e cinquecentomila euro all’anno.
Infine la precisazione del Presidente Campione: “noi non siamo obbligati a restare per forza, ma riteniamo di avere mezzi e tecnologie per portare avanti con proficuità il compito affidatoci”.
Insomma per Girgenti Acque è venuto il momento di aprire un dialogo costruttivo e diretto con l’utenza. Basta con il silenzio, pronta a suonare le proprie campane, se i contro a tutti i costi suoneranno le loro trombe.