Pino Scumè
Settant’anni fa, il 16 maggio 1946, mani criminali hanno voluto togliere l’aria pulita della libertà e della democrazia ai favaresi mediante il barbaro assassinio del Sindaco Gaetano Guarino.
Settant’anni dopo, il 16 maggio 2016, i favaresi si ritrovano, come in tutti gli anni passati, a ricordarlo, a festeggiarlo, a rendergli omaggio perché il Sindaco Gaetano Guarino vive e vivrà per sempre con la stessa aria pulita della libertà che Egli ha saputo dare.
Il tempo lenisce la rabbia e il dolore, ma non può cancellare la nobiltà dell’anima perché nel pensiero comune che abbraccia i bisogni di un popolo la vita umana diventa solo un dettaglio. Il tempo lenisce anche il desiderio di vendetta, ma lascia intatta la sete di quella giustizia che non si è avuta, di quelle indagini che non si sono concretizzate, di quegli interrogatori che hanno portato all’archiviazione dell’atto criminoso. Ma ciò che oggi interessa alla gente, ai giovani soprattutto, alle scuole è soltanto un fatto: Guarino è vivo.
Vive ancora nel ricordo, nelle sue idee, nel suo alto sentimento rivolto costantemente ai poveri, ai bisognosi, vive nel contrasto alla sopraffazione, nella sua volontà di uguaglianza, nella sua “utopia” di voler sconfiggere quelli della birritta messa per traverso.
No, Gaetano Guarino è ancora qui che ci parla, ci osserva, ci corregge, e che, a volte ci rilascia anche qualche intervista.
Nella giornata del suo ricordo è tornato a trovarlo suo nipote, quel mai dimenticato Totò Valenti che negli sessanta, ancora giovane ragazzo, sapeva riscaldare gli animi con i suoi comizi.