Favara. Passare dall’entusiasmo e dalla soddisfazione per un traguardo raggiunto alla delusione che tutto possa essere vanificato, purtroppo il passo è stato breve.
Il tanto atteso Referendum per la variazione territoriale riguardante la modifica dei confini comunale di Agrigento, Favara e Aragona autorizzato con Decreto dell’assessore regionale delle Autonomie locali e della Funzione pubblica potrebbe, infatti, essere considerata come una Vittoria di Pirro. Nel senso che si è vinta la battaglia per dare la giusta identità territoriale e di appartenenza a diverse centinaia di famiglie che abitano nelle ormai note zone denominate Favara Ovest, tra Agrigento e Favara, o Quattro strade, tra Favara ed Aragona, ma che forze non potrà concretizzarsi e realizzarsi a causa delle modalità di svolgimento che sono state previste.
Arriviamo subito al punto, al nocciolo della questione senza più tergiversare. A votare per il Referendum non saranno gli abitanti di Agrigento, Favara e Aragona residenti nei territori oggetti alla variazione dei confini, ma bensì tutti gli iscritti nelle liste elettorali delle tre città, tutti gli aventi diritto al voto, insomma, come se si trattasse di una normale consultazione referendaria. In relazione a ciò affinché il Referendum sia valido necessità di un quorum che dovrà essere dato dalla metà più uno degli aventi diritto.
Una amara realtà evidenziata dall’avvocato Giuseppe Favara, che rappresenta molti cittadini di Favara Ovest. Un sorriso che si andava spegnendo man mano che si leggevano le premesse del Decreto, fino ad arrivare al capoverso:
RITENUTO: che nel caso di specie ricorrano le condizioni di cui al comma 3 dell’art. 8 della L.R. n.30/200 e s.m.i. per cui la popolazione interessata alla consultazione referendaria risulta essere: “nella sua interezza la popolazione dei comuni di Agrigento, Favara e Aragona, i cui territori devono subire modificazioni, unitamente a parti di popolazione”, nella considerazione che alle stesse devono “riconoscersi un interesse qualificato per intervenire nel procedimento di variazione che riguarda parti del territorio e di popolazione”, per cui saranno chiamati ad esprimere il loro voto “tutti i cittadini elettori residenti “ nei comuni di Agrigento, Favara e Aragona.
Alle urne, insomma, considerato che nelle ultime amministrative gli aventi diritto al voto erano: ad Agrigento 52.710, Favara 34.716 e ad Aragona 15.155, per un totale 102.581, di si dovrebbero recare a votare il 50%+1 ovvero ben 51.291 cittadini. Cosa che è praticamente impossibile. Quorum non raggiunto che vuo,dire Referendum non valido.
Che fare allora!? L’on. Giovanni Di Caro del M5S ci ha detto che sta interessando l’Ufficio legislativo dell’ARS per vedere se c’è la possibilità di fare qualche variazione.
L’avvocato Giuseppe Fanara pensa che se tutto rimarrà invariato si potrebbe abbinare il Referendum con le Elezioni Europee di magio, cosa che potrebbe garantire il raggiungimento del quorum.
Sulla vicenda Referendum interviene anche Peppe Di Rosa che da sempre ha seguito la questione della variazione dei territori. “Una agevolazione potrebbe venire dalla proposta di “abbassamento del quorum” dal 50%+1 al 25%+1 che è stata approvata proprio in questi giorni in commissione Affari costituzionali, dove attualmente è in discussione il disegno di legge di riforma costituzionale per l’introduzione del referendum propositivo”.
L’emendamento dell’on. Stefano Ceccanti del PD prevede infatti che: “se gli elettori che votano ‘sì’ superano la soglia di un quarto degli aventi diritto, la consultazione diventa valida”. Testualmente l’emendamento recita: “la proposta sottoposta a referendum è approvata se ottiene la maggioranza dei voti validamente espressi purché siano superiori a un quarto degli aventi diritto al voto“. In pratica se la riforma sarà approvata il Referendum sarà valido se gli elettori che votano “SI” avranno superato la soglia del 25% degli aventi diritto. Calcolando che gli elettori dei tre Comuni sono pari a 102.581, i SI dovranno essere almeno 25.646.