l patrimonio dell’Ipab “Opera Pia Barone Mendola” di Favara è ufficialmente di proprietà del Comune di Favara.
L’istituzione che tutti conoscevano come “Boccone del povero”, voluta dal filantropo per antonomasia di Favara il barone Antonio Mendola, divenuta poi “Opera Pia” gestita dalle suore della Congregazione religiosa “Serve dei Poveri”, il 30 novembre 2017 fu dichiarata “estinta” dal commissario straordinario Angelo Failla.
Il funzionario regionale era stato nominato dall’Assessore regionale della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro, il 7 dicembre del 2016, con proprio decreto che aveva anche dichiarato decaduto il Consiglio di amministrazione dell’Opera Pia, a seguito dell’abbandono della struttura di via Beneficenza Mendola, da parte delle suore.
Il Commissario straordinario diramò un bando per vedere se vi erano altre congregazioni religiose femminili (come vuole lo statuto) interessate alla gestione dell’Opera Pia; bando che ha avuto esito negativo. Possibilità successivamente allargata al altre IPAB operanti sul territorio regionale; anch’esso con esito negativo. In ragione di ciò e “nell’impossibilità di proseguire con l’IPAB, l’istituzione è estinta e i beni patrimoniali sono devoluti al Comune”. Nel dicembre 2018 è arrivato il decreto ufficiale del Presidente Musumeci.
Adesso, Davide Casà presidente della cooperativa “Terra mia” si propone di gestire i locali del Boccone del povero e in tal senso ha protocollato la sua richiesta di manifestazione di interesse.
“So della presentazione della richiesta – a parlare è la sindaca di Favara – ma non ho fatto, assieme alla Giunta, alcuna valutazione. Fermo restando che è nostra volontà trasferire in questi locali alcuni uffici del Comune, non escludiamo nello stesso tempo, nessuna richiesta per altri utilizzi”.
La durata del progetto finanziario del privato è di venti anni, tanti quanti basterebbero per ammortizzare le spese di manutenzione necessarie per l’utilizzo dell’immobile e potrebbe generare nuovi posti di lavoro.