La sindaca di Favara ha ordinato di non conferire il rifiuto organico dal primo di settembre al 19 ottobre e uno si immagina la città sommersa dalle bucce di banana al ciliegino di Pachino o dagli spaghetti al ragù alle penne all’arrabbiata ed invece, oltre al solito abbandono degli incivili, non c’è l’immaginata catastrofe. Così da sembrare che sulle tavole dei favaresi non resti più nulla da buttare. I cittadini mangiano tutto, persino le briciole pur di obbedire all’impossibile ordinanza della sindaca.
Sono oltre 14mila le utenze domestiche e circa 1.600 le commerciali. L’umido si conferiva, prima dell’ordinanza, tre volte la settimana, oggi mancano all’appello qualcosa come 50mila buste di organico a settimana e, scommettiamo, non ci saranno fino al 19 ottobre prossimo, quando i favaresi potranno permettersi di lasciare nel piatto qualche spaghetto e, cosa più importante, non saranno costretti ad ingoiare le bucce della frutta, banane comprese. Per non parlare del termine dei penosi sacrifici dei gestori dei locali pubblici torturati dai resti del cibo dei loro clienti.
Il 19 ottobre sarà festa grande, una ricorrenza da ricordare e una libertà da celebrare.
Oppure non è così. Oppure la parte organica viene infilata dentro l’indifferenziato. Come? Basta chiudere gli occhi, meglio, basta un generale chiudere gli occhi. Del resto, siamo abituati a chiudere gli occhi piuttosto di ribellarci e camminare spediti verso il progresso.
Il cittadino, ora seriamente, non può obbedire per ovvie ragioni all’assurda ordinanza della sindaca ed è costretto a conferire l’umido dentro l’indifferenziato, da questo preciso momento tutti gli attori del processo che segue chiudono gli occhi dal netturbino alla discarica che non dovrebbe ricevere la parte umida, dalle amministrazioni comunali al governo regionale. Tutti sanno e fanno finta di non sapere che in realtà le ordinanze, dei diversi sindaci della provincia, altro non sono che un mascherare la sospensione della raccolta differenziata per loro grave colpa, per essere sempre impreparati e in ritardo con i tempi.
Intanto, inquiniamo l’ambiente, mettiamo a rischio la salute pubblica e paghiamo le multe alle discariche dell’indifferenziato che si vedono arrivare anche la parte organica. Chiudiamo gli occhi e neghiamo un futuro di civiltà a questa terra, quando dovremmo spalancarli e vedere che il re è nudo e dirlo, anzi gridarlo che è nudo.
Del resto come è possibile pagare e lasciare il caffè non consumato sul bancone del bar? Il gestore ci chiamerebbe e ci inviterebbe a berlo. Allo stesso modo, perché non siamo chiamati per essere risarciti dal danno del mancato servizio? L’utente paga il servizio e non dovrebbe farsi carico degli errori di gestione di chi lo amministra, purtroppo, anche i cittadini chiudono gli occhi. E non solo loro, dove è lo Stato con le sue istituzioni a difesa dei diritti del cittadino?