Gli undici consiglieri comunali firmatari della mozione di sfiducia ad Anna Alba sindaca di Favara, mi fanno pensare alla “Banda degli onesti”, il film degli anni ’50 con Totò, Peppino De Filippo, e Giacomo Furia dove i protagonisti “onesti” non riescono, malgrado tutto, a diventare disonesti.
Senza volere etichettare nessuno in un senso o nell’altro, gli undici, senza dubbio, vanno avanti con le loro idee a tutti i costi e questo è un fatto assolutamente raro in politica, specie, come nel caso particolare, quando non c’è alcun ricatto. Hanno analizzato l’attività dell’amministrazione comunale dal suo insediamento ad oggi e l’hanno giudicata meritevole della sfiducia.
Personalmente, non sono pro e contro la mozione di sfiducia. Certamente, a giudicare ciò che è stato già consumato si farebbe bene a chiudere prima di subito questa esperienza, ma la sfiducia e l’arrivo del commissario è sempre un fatto, per molti aspetti negativo. Non tanto per la metanizzazione della città e per le altre questioni sollevate dalla sindaca, questioni già avviate e che camminato con le loro gambe, perché ci sono vicende che solo la politica può affrontare, per fare un solo esempio, l’acqua pubblica e i costi del servizio.
Sulla sfiducia non sono innamorato ne dell’una ne dell’altra posizione, dunque, ne resto fuori e torno alla “banda degli onesti”.
Sono convinto che agli undici nulla o quasi sarebbe stato negato pur di convincerli a desistere nel loro proposito. Una fetta di potere non si nega mai in queste circostanze e la diplomazia politica si sarà mossa senza alcun risultato. Loro sono rimasti fermi nella convinzione che l’attuale amministrazione non è adeguata ad affrontare e risolvere i problemi della città. La loro analisi fondata sul passato preclude qualsiasi ulteriore credito per il futuro.
Ad uno ad uno i componenti della “banda” non sono consiglieri vocati al ricattuccio, all’interesse personale, sono, quindi, credibili per coerenza e determinazione. Guadagnerebbero sicuramente a starsene tranquilli, preferiscono scommettere sull’incerto esito della sfiducia, mentre hanno già vinto nell’essere un esempio positivo per un nuovo corso della politica locale, spesso, troppo spesso attratta da interessi diversi e lontani da quelli della collettività.