Il punto di partenza è il fallimento della politica locale che da troppi anni non riesce a gestire al meglio la cosa pubblica. Anzi, si registra un continuo peggioramento della qualità di vita dei cittadini e nessun accenno di inversione di tendenza, quando si dovrebbe correre per guadagnare il tempo perduto nel rilancio economico del territorio. Ad ogni elezione si fanno passi indietro e si diffonde il concetto della politica come opportunità di reddito personale per la durata del mandato elettorale, quando i partiti politici, quasi non esistono più.
Nello stesso tempo, abbiamo assistito al notevole lavoro svolto dalle associazioni in difesa dell’acqua pubblica, unica voce che ha svegliato l’opinione pubblica sui gravissimi problemi del servizio idrico integrato. C’è tanta strada ancora da fare, ma sono stati loro a dare lo scossone al sistema e, sono convinto, che il futuro miglioramento avverrà grazie all’attività di cittadini stanchi di assistere all’incapacità dei politici.
La logica che sta muovendo i primi passi della nuova associazione è la stessa. E’ l’essersi stancati di delegare i soliti impreparati a gestire le sorti del territorio.
L’assemblea costituente si terrà il prossimo primo febbraio con la presentazione della bozza dello statuto che consentirà a liberi professionisti, imprenditori, lavoratori, uomini e donne di stare insieme in politica per migliorare le sorti delle città di Agrigento e Favara, almeno in questa prima fase.
Si vuole provare a reagire e non passivamente a subire scelte sbagliate che inchiodano le nostre città nelle ultime posizioni in tutte le graduatorie nazionali, iniziando a dare all’elettorato il meglio delle professionalità della società civile.
Ci riusciranno? Poco fa ho citato le associazioni a difesa dell’acqua, loro sono riusciti a dare uno scossone al sistema, a mettere al centro del dibattito il problema del servizio idrico integrato, perché non provare, allo stesso modo, di affrontare gli altri servizi che la politica del passato e attuale non ha saputo gestire?