Da un po’ di stomaco raccogliere le informazioni e a raccontare la storia di un ponte che collega non due contrade di campagna, ma Agrigento con Favara chiuso al traffico dal lontano novembre 2016, da oltre tre anni, ma dobbiamo parlarne con la consapevolezza che è bene farlo.
Noi, purtroppo, se non ci indigniamo non riceviamo i nostri diritti e nemmeno l’ordinario e allora ci dobbiamo dare verso.
Nel 2017 si inaugurava la Strada degli Scrittori e un anno prima il collegamento tra le due città era chiuso. Come dire, sotto si festeggiava l’apertura della SS640 e proprio sopra, a poche decine di metri, si piangeva sul morente ponte.
Nel novembre 2016 chiuso al traffico, demolito nel 2017, mentre i lavori di ricostruzione sono iniziati nel marzo del 2019.
La consegna e l’Inizio dei lavori avviene, dicevo, nel marzo 2019, tempo previsto per il completamento 300 giorni, quindi, a finire dello stesso anno, spesa dell’opera 2,7 milioni di euro.
Non perdiamo di vista il fatto che ne stiamo parlando a babbo morto, quando il ritardo si è verificato.
I sindacati e la gente hanno protestato per riappropriarsi del ponte, del faro acceso sulla ricostruzione dovevano farsi carico, principalmente, le amministrazioni comunali di Agrigento e di Favara, gli onorevoli locali che si dicono, da sempre, tutori degli interessi dei cittadini.
Recentemente, il Cartello sociale, formato dai Sindacati e dalla Chiesa, ha alzato la voce di protesta sull’isolamento infrastrutturale. L’ufficio di pastorale sociale dell’arcidiocesi di Agrigento e le segreterie provinciali di CGIL, CISL e UIL hanno raccolto un numero straordinario di partecipanti alla recente marcia di protesta a conferma di quanto sia avvertito il problema dell’isolamento della provincia.
Chiesa, sindacati e organi di informazioni stimolano la politica a dare il meglio per la collettività.
Dietro il ritardo sui lavori del ponte Petrusa ci sono anche gli amministratori eletti dal popolo che apprendono le notizie dalla stampa, piuttosto del contrario di ciò. Ed è difficile ipotizzare di salire sulle posizioni delle graduatorie nazionali sulla qualità di vita, quando un importante collegamento è chiuso da oltre tre anni, l’acqua arriva nelle abitazioni quando arriva, la viabilità interna ed esterna alle città è un disastro, i controlli sul territorio sull’igiene pubblica, quasi, inesistenti e l’elenco è lungo.
Sabato prossimo arriverà ad Agrigento il Viceministro delle Infrastrutture, si farà un tavolo tecnico in Prefettura e si troverà, quasi sicuramente, la soluzione per il Ponte Petrusa. Lo riavremo dopo oltre tre anni.
Senza disturbare la Cina, nel resto d’Italia difficilmente si raccontano storie come questa nostrana.