“La domanda che sorge spontanea da ogni coscienza è: come apparirà la nostra società all’alba del giorno appresso alla fine delle restrizioni per il contenimento del Covid-19?
Quello che ci troviamo a vivere, ne siamo tutti ben coscienti, è un momento storico di fondamentale e cruciale importanza, destinato a segnare profondamente la nostra società che, da questa tragica esperienza, sarà traghettata in una nuova e diversa era”.
A parlare è il professore Giuseppe Seminerio, dell’Università degli Studi di Palermo.
“Ogni fatto storico mondiale, si pensi ai due maggiori conflitti del secolo scorso, o alla peste del 1348, che abbia una marcata incidenza psicologica e socio-economica, assume la funzione di spartiacque storico. La pandemia del terzo millennio, chiudifila di un decennio di crisi economica internazionale e di rapida metamorfosi degli assetti geo – politici consolidatisi in seguito alla seconda guerra mondiale, sta segnando profondamente le coscienze di ciascun individuo, ma soprattutto sta già, in maniera latente, trasformando le strutture portanti della nostra società”.
“Il ridente e positivista Terzo Millennio che fece il suo ingresso con la vittoria della Scienza tecnica e di una globalizzazione amorale e dirompente, è entrato in crisi identitaria, non può più riconoscersi in se stesso, dovendo fare i conti con un evento imprevedibile e drammatico che non può dominare. Pensavamo che ad allarmare il mondo sarebbe potuta essere un’altra guerra micidiale e più temibile delle precedenti i cui protagonisti sarebbero dovuti essere le armi distruttive costruite dall’uomo; invece, a turbare la prosperità e il progresso del mondo è un agente naturale, un virus”.
“L’umanità tutta è prostrata, l’infallibilità della tecnica e della scienza è messa a dura prova, il mondo è stato gettato improvvisamente in uno stato confusionale. Si sono sgretolati i pilastri delle nostre certezze, la società umana è soverchiata dalle macerie”.
“Hiddegger avrebbe detto: solo un Dio ci potrà salvare, ma non può bastare. Ancora una volta dovrà essere l’uomo a trovare la forza per rialzarsi. Le macerie riuniscano la gente, come all’indomani della seconda guerra mondiale; si ritorni al progresso interrotto nel febbraio scorso, ma in una nuova ottica, quella di un nuovo umanesimo, il cui principio assoluto sia una crescita illuminata dalla tutela della dignità dell’uomo. Quale sia questa dignità? La lotta e il desidero di Bellezza, lo sviluppo della coscienza, l’amore rispettoso per il la società e il mondo in cui viviamo. Ancora una volta, come sempre, dopo ogni catastrofe, le macerie riuniranno la gente, divenendo così nuovamente umanità”.