Giuseppe Maurizio Piscopo
Giuseppe Nicotra è nato a Favara nell’agosto 1946. E’ un chitarrista storico, un musicista autodidatta straordinario, un artigiano, un liutaio, uno che ama gli strumenti a plettro, che li sa costruire, li sa riparare, che li sa far cantare.
Quello che Giuseppe non riesce a dire con le parole per via del suo carattere taciturno e riservato, lo esprime amabilmente con le note della sua chitarra che stupiscono sempre gli ascoltatori di qualsiasi età e di qualsiasi provenienza.
Ha suonato sin da tenerissima età. Si è esibito nel gruppo folcloristico di Favara formato, negli anni 50-60, da Giuseppe Bosco, Carmelo Zagarella ( e tanti altri).
Si è esibito nel noto complesso Gli Scorpioni formato da Carmelo Airò (talentuoso chitarrista solista ), Salvatore Castronovo al basso, Gerlando Castronovo alla batteria, Carmelo Puccio alle tastiere.
Giuseppe Nicotra si differenzia dagli altri chitarristi per lo stile inconfondibile, per la precisione del tempo, per il particolare tocco musicale che lo distingue dagli altri musicisti rendendolo unico nell’accompagnamento ritmico. Quelli che sanno di musica e guardano lontano hanno detto di lui che avrebbe potuto raggiungere la popolarità nazionale se fosse nato in un’altra città.
Quando nasce la sua passione per la chitarra?
Nella famiglia Nicotra i miei zii suonavano la chitarra e il mandolino. Per me la musica è stata sempre una tradizione di famiglia. Ho iniziato a suonare la chitarra all’età di 12-13 anni..
Ricordi la prima chitarra che hai avuto e la prima canzone che hai suonato?
La prima chitarra è stata una Meazzi semiacustica. Uno dei primi brani che ho suonato è stata la Cumparsita un celebre tango composto nel 1917 da Gerardo Matos Rodriguez.
Quale ricordo porti nel cuore di Carmelo Airò e di Gaetano Russello?
Sono stati due bravissimi chitarristi storici per Favara. Carmelo aveva sempre la chitarra in mano, suonava brani popolari, mazurke, valzer, tarantelle… Purtroppo la vita con lui non è stata generosa , è morto giovanissimo a 32 anni. Gaetano Russello ( detto Celentano ) aveva lo stesso stile. All’epoca andavano molto di moda i brani strumentali e loro erano unici ed inconfondibili nell’eseguire brani strumentali come Maria Elena ed Apache. Anche con Gaetano la vita non è stata generosa. E’ morto d’infarto all’età di 66 anni.
Un ricordo del complesso Gli SCORPIONI.
Nel 1964-65 abbiamo suonato in Piazza ad Aragona, non eravamo famosi ma abbiamo trascorso una bella serata allietata anche dalla presenza casuale dell’Onorevole Filippo Lentini che si è unito agli spettatori applaudendo e facendo il tifo per noi.
Cosa pensi delle feste di matrimonio degli sessanta-settanta ?
Erano delle vere feste, delle belle occasioni per esibirsi in pubblico e per stare in compagnia. Si guadagnava anche qualcosa.
Perché sono finiti i complessi musicali a Favara?
Fin quando ci si sposava in zona c’era un certo giro economico e tanti gruppi guadagnavano suonando nei matrimoni. Poi la gente ha scelto di sposarsi fuori, ( Palermo , Taormina, ) così è finita l’era dei complessi nei matrimoni, anche se in realtà i gruppi musicali a Favara ci sono sempre stati.
Tu hai dichiarato:- “I suonatori di oggi non sono come quelli del passato”. Cosa intendevi dire?
Adesso c’è molta elettronica. Prima era tutto acustico. Per accordare una chitarra in passato ci voleva orecchio e silenzio assoluto, adesso con l’accordatore elettronico accordi la chitarra in pochi secondi anche sul palco, con il rumore della gente. Quando un musicista suona in acustico riesce a dare delle emozioni uniche al mondo senza altri filtri legati alla tecnologia.
Si fanno ancora le serenate sotto i balconi delle ragazze?
No, purtroppo! Le serenate fanno parte di un’altra epoca, di un altro tempo che non c’è più. Con i palazzi affollati oggi non si capirebbe più a quale fanciulla è dedicata la serenata che ha sempre il suo fascino antico e la sua malinconia.
Quali sono le canzoni che preferisci suonare?
In genere mi piace suonare le canzoni napoletane, quelle classiche che non moriranno mai. Le mie preferite sono: Munasterio e Santa Chiara e Dicentencello vuje.
Come vive a Favara un artista come te?.
Sto bene. Dopo tanto tempo ci si abitua. Ho un figlio che vive a Parigi e ogni anno lo raggiungo. Quando rientro a Favara noto le differenze tra la grande città e il piccolo paese al quale sono sinceramente molto legato.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sono in pensione già da qualche anno. Spero che tutto vada bene per tutti, sopratutto per l’emergenza sanitaria. Continuo a suonare la chitarra ritmica insieme ad alcuni vecchi amici e questo mi rende felice alla mia età.