Adriano Celentano torna nella sua prima casa “ora con i soldi lui può comperarla”, ma “là dove c’era l’erba ora c’è una città”.
Ovviamente la prima casa del noto cantante non era a Favara o ad Agrigento o nella stragrande maggioranza dei comuni dell’agrigentino, dove il cemento non ha eliminato l’erba, anzi, al contrario quest’ultima cresce abbondante e copre strade, marciapiedi e anche il cemento.
Il racconto dell’erba nostrana, ci dispiace per Celentano, potrebbe iniziarsi con “c’era una volta e c’è ancora tantissima erba nelle nostre città”. Nessuna preoccupazione, torni e la trovi, dopo un anno, dieci o venti. Trovi l’erba ovunque fertilizzata dalla sporcizia. E paghiamo sempre di più per mantenere lo stato delle cose, ringraziando le amministrazioni comunali e i governi regionali, Crocetta in testa, quando Musumeci non ci babbia.
Il modo scientifico adottato è la non programmazione. E allora si aprono e si chiudono le discariche e le stazioni di trasferenza, mentre i Comuni, dal canto loro, non organizzano al meglio il servizio, ne aumentano i costi e non fanno una seria lotta all’evasione fiscale, cosicché i cittadini virtuosi tengono a casa i rifiuti e chi non paga le tasse, preoccupato di essere scoperto “rifiuta” il porta a porta e si esercita al lascio della busta dei rifiuti sulle strade.
Ma ogni moneta ha il suo rovescio, nel nostro caso si è risolta la triste vicenda del cemento che caccia l’erba e i due, in territorio agrigentino, convivono in perfetta armonia, seguono il ciclo delle stagioni e in estate a Ferragosto ci si diverte a fare un bel falò.
C’era una volta e c’è ancora tanta vegetazione spontanea nella nostra città in un racconto che potrebbe concludersi con: l’erba e il cemento vissero eternamente felici e contenti .
Chiaramente, ci dispiace per Celentano, ma ognuno ha le sue gioie e i suoi dolori.