“Ai tempi di Filippo Lentini, con 14 consiglieri comunali, persino le pietre avrebbero votato Psi”. E’ la riflessione di un noto professionista, l’architetto Antonio Crapanzano sul risultato raggiunto dal M5s nelle votazioni europee a Favara. Ed è impossibile dargli torto.
Con 14 consiglieri, 6 assessori, la sindaca e il deputato regionale, in passato sarebbe stato un vero e proprio plebiscito, piuttosto di un magro 27 per cento di ieri. Oltre alla significativa presenza politica nell’amministrazione della città, non è da escludere il contributo nel risultato elettorale del voto di protesta, del cosiddetto vento favorevole che ancora alimenta il movimento grillino. C’è poco da esultare, in un panorama che vede perdere i primi e vincere il secondo, Forza Italia, poi la Lega e Fratelli d’Italia, mentre il Pd è in caduta libera.
Una vittoria amara che dovrebbe indurre i titolari di cattedra a riflettere sul dire e sul fare, sulle promesse e su ciò che è stato realizzato in tre anni di amministrazione grillina.
Il risultato è talmente scarso, non me ne vogliano gli amici del M5s, da farmi pensare che senza la loro presenza nel Palazzo, con la sola ondata di protesta a Favara avrebbero raggiunto un migliore esito dalla recente votazione.
Nulla è perduto, a condizione di un “risveglio”, di una inversione di rotta per il buon governo della città, a questo punto ritornerebbe la fiducia dei cittadini che hanno sperato nel cambiamento e non nel peggioramento della qualità di vita a Favara.