Non è stato “bello” assistere questa mattina alla Conferenza dei capigruppo che si è tenuta nella stanza del presidente del Consiglio comunale di Favara Salvatore Di Naro, con la presenza del Collegio dei Revisori dei conti e della Dirigente del settore finanze. L’aggettivo “bello”, messo appositamente virgolettato, non si riferisce certamente al lato estetico della cosa ma piuttosto a quello sostanziale. Ovvero per le cose che si sono state dette, per le problematiche emerse e per l’attuale situazione del Comune di Favara, che non lascia presagire nulla di positivo. Oggetto iniziale dell’incontro la situazione finanziaria del Comune ed in particolare l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato, la cui delibera di approvazione è stata revocata dall’Amministrazione comunale a seguito del parere negativo da parte dei Revisori, ma anche per la nota inviata dalla dottoressa Russello che certifica uno squilibrio per il solo anno 2017 di oltre un milione di euro.
Ma con l’evolversi della discussione i problemi e le preoccupazioni non sono state rivolte al passato fatto di debiti, di dissesto finanziario e alla Commissione che batte cassa. La paura e l’incertezza è per il presente e per il prossimo futuro. Un presente oscuro che si proietta verso un futuro incerto. Dalla dichiarazione di disseto, per i soli anni 2016 e 2017 abbiamo uno squilibrio, ovvero un buco, debiti, diamogli il nome che crediamo più opportuno ma la sostanza non cambia, di circa 2,7 milioni di euro. Insomma c’è la certezza che siamo in una situazione drammatica e di difficile se non impossibile soluzione.
Quello che ci era stato prospettato come un percorso di cambiamento, di inversione di rotta, di ripresa, di distaccato dal passato con una gestione finalmente sana e trasparente, appare invece più invasivo e per certi versi più preoccupante del passato. Non solo non siamo (sono) riusciti a iniziare un percorso virtuoso con un Comune che ritorna normale, con un bilancio stabilmente riequilibrato, ma in due anni siamo già a – 2,7 milioni di euro. In relazione di ciò è passata in secondo piano la discussione sul perché del parere negativo dei Revisori all’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato e sono subentrate le preoccupazioni per capire quello che ci attende, e cosa bisogna fare da qui in avanti per evitare il peggio. Se c’è la possibilità di predisporre un nuovo bilancio, che si possa dire riequilibrato e che possa assorbire lo sbilanciamento di 2,7 milioni di euro.
Già perché in soli due anni un buco così grande. Un dato certo sembra essere quello di un minore trasferimento da parte della Regione per il pagamento dei lavoratori precari, ma incide solo per circa 400 mila euro. Ed il resto? Evidentemente le spese sono state superiori alle entrate, oppure, ma il prodotto non cambia, abbiamo incassato meno di quanto abbiamo speso. Forse allora non è stata fatta una giusta rivisitazione nell’azione amministrativa delle spese, in considerazione che un Comune in dissesto deve garantire solo i servizi essenziali? Oppure non si sono fatte le giuste azioni per aumentare o avere delle entrate certe. Ma adesso che c’è da fare?. Si sono chiesti ed hanno chiesto ai tecnici i preoccupati capigruppo? Sicuramente un nuovo bilancio, questa volta quinquennale 2016-2020, anziché triennale, dove spalmare lo squilibrio. Uno nuovo bilancio che deve prevedere obbligatoriamente una riduzione di almeno il 20% dei costi dei servizi. Misure adottate e obiettivi raggiunti in ciascun anno che devono essere certi e documentati, da relazionare al Ministero dell’Interno. Già ma quali servizi si possono ancora ridurre di almeno il 20%. Tra le righe la dirigente ha fatto capire che già tutto è ridotto all’osso e che da diverso tempo i dirigenti scrivono che tutti i servizi sono essenziali ed obbligatori. Allora bisogna(va) porre in essere azioni certe ed efficaci per aumentare le entrate. Il vero problema è che il Comune non incassa, pochissimi pagano e sembra che si faccia poco o niente per incassare. Non ultimo, e qui ritorna il “bello” virgolettato, il fatto che la Commissione per gli Enti locali del Ministero dell’Interno può intervenire in qualsiasi momento a chiederci di rendicontare quello che è stato fatto, dalla dichiarazione del dissesto e dall’invio dei Commissari, considerato che il bilancio stabilmente riequilibrato doveva essere pronto, come stabilisce il Tuel, entro i primi giorni di maggio 2017. Altro che “bello” virgolettato.