Il vicesindaco inizia la conferenza stampa distribuendo ai presenti un documento, lo stesso lo ha inviato al sindaco e a tutti i consiglieri comunali.
Carlo Fanara si è deciso a parlare “Dopo cinque mesi – scrive nella sua lettera indirizzata al sindaco e alla città – di difficoltà e ostacoli tanto incomprensibili quanto difficilmente superabili dovuti all’organizzazione della macchina comunale, non appare ormai più procrastinabile dare riscontri alle esigenze di una città come Favara che è affamata di risposte su più fronti”.
E per dare le risposte alla città, Fanara chiede di farsi promotore di un tavolo tecnico per un confronto con Girgenti acque. “Per il nome di Favara contatterei Girgenti acque per discutere sulle tematiche complesse per portare risultati in tempi brevi, con l’augurio di dare sollievo alle tasche dei favaresi ingiustamente vessati da regole contrattuali, oggi troppo sfavorevoli ai consumatori”.
Chiaro e trasparente il vicesindaco va oltre.
“Le vicende relative alla esazione e alla riscossione delle imposte rimane ancora oggi senza una risposta concreta. Reputo inaccettabile che nel silenzio delle istituzioni i favaresi paghino con le aliquote ai massimi livelli senza per questo avere in cambio adeguati servizi alla città. Dove sono le risposte che tutti si aspettano”.
Finalmente, parole oneste, nello stesso tempo, pesanti come macigni che bocciano senza appello Manganella e il suo operato.
Dopo il primo schiaffo, ne arriva un altro più solenne. “Ad oggi, al di fuori di facili proclami, non si intravedono soluzioni all’orizzonte” . Lo dice il vicesindaco e non l’uomo della strada. Anzi, lo dice uno della “sua giunta”, mentre alcuni gruppi consiliari giocano, vergognosamente, ancora nel “entro o non entro”.
Oltre al tavolo tecnico, Carlo Fanara propone “la medianicità di certi eventi che può restituire a Favara dei flussi turistici che si cominciano a toccare con mano ma che potrebbero facilmente trovare uno spessore ben più ampio di quello attuale. L’arte contemporanea, ad esempio, ha prepotentemente investito la città con la recente best practice di veri e propri mecenati che hanno dato tempo e provviste nella emersione di Favara da facili luoghi comuni. Al di là delle azioni dei privati l’Amministrazione deve comunque fare la sua parte. Su questa e su altre tematiche fondamentali si può fare di più”.
Non manca un dettagliato elenco di proposte chiuso dall’invocazione di fare in fretta.
“Non c’è più tempo da perdere. Da vicesindaco farò sicuramente la mia parte ma dovrà essere l’amministrazione comunale in toto a dovere dare la spinta ad una strutturazione delle attività che dovranno susseguirsi. Nei prossimi giorni finirò di redigere un testo di legge che sarà a disposizione dei deputati di ogni schieramento per il finanziamento del recupero del centro storico di Favara. Allo stesso tempo sarà pronta una mia proposta per la giunta da inoltrare al Consiglio comunale per l’abbattimento delle imposte di esclusiva competenza comunale per l’impianto di nuovi esercizi commerciali nell’ambito della città antica per favorirne il ripopolamento”.
La lettera termina con un ultimatum.
“Questo è un atto di messa in mora di questa giunta. Mi trovo al di fuori delle meccaniche politiche e fuori voglio continuare a trovarmi. Sono un uomo del fare e non ho nessuna intenzione di trovarmi qui solo per riscaldare una sedia. I fatti di questa giunta dovranno soverchiare e ribaltare ogni polemica sterile che non fa altro che danneggiare quanto già embrionalmente si potrà costruire. Adesso aspetto solo riscontri”.
Carlo Fanara è pronto ad andarsene, molto probabilmente dopo questa coraggiosa e onesta lettera, sarà licenziato dallo stesso sindaco. Potrà sostenere e gridare ai quattro venti di non essere stato una semplice comparsa all’interno di una squadra.