Rosaria Spataro
Alle 15.30 nel pieno del discorso programmatico che il neo premier Renzi sta presentando alla Camera, il deputato favarese Tonino Moscatt posta un tweet con il quale, unitamente alla collega deputata Enza Bruno Bossio, sollecita il nuovo capo del Governo ad attivarsi per trovare una soluzione che impedisca il licenziamento dei lavoratori LSU Ata Scuola per i quali il contratto scade fra due giorni.
“Benchè il momento sia particolarmente delicato per l’intero panorama politico nazionale – sostiene l’on. Moscatt – visto che la Camera si sta apprestando a votare la fiducia al nuovo premier incaricato, non ci possiamo permettere di perdere ancora tempo per provare a tamponare una situazione che diviene più grave ogni momento che passa; mi sto occupando della vicenda dei lavoratori Ata Scuola già da diverso tempo incontrandone i rappresentanti e soprattutto incontrando i vertici del Ministero della Pubblica Istruzione per una via d’uscita ad una vicenda che socialmente, professionalmente ed istituzionalmente tocca ognuno di noi trovare anche per il ruolo importantissimo che questi lavoratori svolgono nell’ambito di ogni istituto scolastico dove operano: la garanzia dell’igiene e della pulizia è fondamentale e prodromica ad ogni altra attività scolastica anche a quella didattica.
Numerosi ordini del giorno sono stati presentati su mia iniziativa e della collega Bruno Bossio dal gruppo PD alla Camera e solo un imprevedibile evolversi della vita istituzionale del Governo ha fatto si che si piombasse in una emergenza dai contorni difficili e ostici. Alla fine del 2013 siamo riusciti ad inserire nel “Decreto del Fare” una proroga che consentiva a questi lavoratori di mantenere il proprio posto di lavoro e continuare a svolgere la loro attività all’interno delle scuole; nel frattempo a seguito di numerosi incontri avvenuti tra la deputazione PD, i vertici del MIUR ed il Governo Letta si era istituito un tavolo tecnico che doveva trovare la soluzione alla problematica in questione. Gli eventi della politica nazionale che tutti conosciamo hanno di fatto vanificato il nostro lavoro: a seguito della caduta del Governo Letta il tavolo tecnico si è sciolto e l’emendamento che avevo presentato è stato ritenuto inammissibile dal Presidente del Senato. Il nostro interesse sulla questione dei lavoratori Ata Scuola non ha subito comunque nessuna battuta d’arresto dato che abbiamo, con la deputazione regionale e con l’on. Panepinto in particolare, dedicato tutta la nostra attenzione al dramma che stanno vivendo questi lavoratori incontrandoli praticamente ogni settimana e discutendo con loro le possibili iniziative od azioni da portare avanti, anche se, è bene evidenziarlo, la soluzione del problema, ormai è chiaro per tutti, può venire solo da Roma e cioè solo dal Governo nazionale.
Continueremo anche in questi giorni e senza sosta a “battere il pugno” sul tavolo del governo poiché ad essere in pericolo non è solo il diritto sacrosanto di questi lavoratori a mantenere il posto di lavoro ma il diritto di bambini, insegnanti, collaboratori e famiglie ad avere scuole ed aule pulite, requisito fondamentale ed imprescindibile dal quale non si può non partire se vogliamo davvero che la scuola funzioni ed operi per adempiere all’alto compito che normativamente e socialmente le è affidato. L’impegno del PD e della sua deputazione, a tutti i livelli, è garantito e siamo ancora fiduciosi che una soluzione, anche provvisoria, come la proroga possa essere deliberata dal Governo nazionale poiché come già evidenziato, solo il Governo può decidere e deliberare in tal senso tenuto conto che non si tratta di un problema locale ma investe l’intero territorio nazionale”.
Il Premier incaricato Matteo Renzi ha inaugurato il suo discorso programmatico dinanzi al Senato della Repubblica mettendo in cima alla lista delle sue priorità il rilancio della scuola e dell’istruzione e affermando che “da lì riparte il Paese e la sua credibilità” e programmando già a partire dalla prossima settimana una serie di visite nelle scuole.
Trovare le scuole sporche non sarebbe un buon inizio.
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