Lilia Alba
Favara ha accolto il maxi raduno delle Confraternite dell’Arcidiocesi di Agrigento in occasione del XXVII Cammino di Fraternità.
E’ stata Favara ad accogliere il XXVII “Cammino di Fraternità” che si svolge ogni anno in uno dei paesi della provincia di Agrigento. Questa è la terza volta che ha luogo nella città dell’agnello Pasquale, la prima fu nel 1992 e poi nel 2011 quando, a causa dell’inclemenza del tempo, si dovette rinunciare alla sfilata per le vie cittadine. L’incontro annuale ha visto oggi la partecipazione di centinaia e centinaia di confratelli provenienti da tutta la provincia che sono stati accolti, a partire dalle ore 8:00, nel piazzale Don Giustino, dalla locale Confraternita della Santa Croce del Calvario la quale ha curato la registrazione degli intervenuti e ha distribuito loro la colazione.
I locali dell’oratorio della Chiesa San Giuseppe Artigiano hanno sicuramente costituito una preziosa base di appoggio, affermano il Presidente Rosario Sutera Sardo ed il neodirettivo, plaudendo la squisita disponibilità di padre Uriel che ha anche fornito tavoli, scrivanie, sedie ed ha permesso l’uso dei servizi igienici.
Organizzazione davvero efficiente quella della locale Confraternita istituita solo nel 2005, curata nei minimi dettagli, tanto da ricevere complimenti da parte della sindaca e dei confrati intervenuti.
Una volta rifocillati, i Confrati si sono sistemati nella Chiesa San Giuseppe Artigiano dove la preghiera, guidata da Don Rino Lauricella, è stata intercalata da un efficace intervento del Presidente delle Confraternite, Dino Montana Lampo e, a seguire, dall’intervento della sindaca, colta di sorpresa, che si è detta onorata di aver potuto prendere parte ad un evento così maestoso a cui non aveva mai assistito. Ha, indi, preso la parola il Presidente della Confraternita della Santa Croce del Calvario, visibilmente emozionato, che ha sottolineato il ruolo delle Confraternite nella società odierna ed, infine, gli astanti hanno potuto assistere, a seguito di un cambio di programma, ad un capolavoro di ars oratoria, ovvero alla relazione del diacono Stefano Principato, vicedirettore del “Centro per i giovani” – ambito Pastorale Giovanile, sul tema “Pietà popolare e giovani”.
Concluso anche questo step, le 25 Confraternite intervenute, su un totale di 48, si sono ordinatamente disposte, capofila la Confraternita locale, una dietro l’altra a formare un lunghissimo e variopinto corteo, chiuso dagli scout.
Contrassegnati da divise diverse, medaglioni, corone di spine, mantelli, cappucci… ma unite dalla stessa Fede, da un Cammino comune e da un sempre giovane carisma confraternitale.
Le centinaia di fedeli che nel percorso da via dei Mille a piazza Vespri, hanno intonato, all’unisono, preghiere e canti, si sono disposti su due file, con un ampio spazio centrale ove è stato allocato il portatore dello stendardo identificativo di ciascuna.
Un vera e propria invasione della citta’ chiaramontana, da parte di esercito festoso e variopinto che ha testimoniato la propria Fede ardente al placido calore di un sole primaverile anch’esso bizzarro, nonostante la prospettata allerta meteo.
A mezzogiorno, giunti in Chiesa Madre ha avuto luogo la solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta dall’ Arcivescovo Francesco Montenegro.
Con la semplicità che da sempre lo caratterizza, nella sua omelia ha sottolineato che le divise indossate dai confrati li caricano di una grande responsabilità perché è indispensabile che il segno di riconoscimento esteriore non sia altro che lo specchio dell’ essere “cristiano”. Il “cristiano è colui che quando lo incontro mi lascia col desiderio di Dio”, egli deve agire come il lievito che fa fermentare la pasta. I Confrati, ha affermato, con le loro divise diversificate devono portare colore là dove la vita è grigia.
In ultimo vi è stata la consegna alle Confraternite intervenute, da parte della Confraternita di Favara, di targhe ricordo.
Il Presidente Sutera Sardo ha espresso la sua gratitudine a tutti quelli che hanno collaborato e/o contribuito all’ottimo risultato ottenuto.
È presumibile che anche Favara ricorderà a lungo questa straordinaria manifestazione corale di Fede e di attaccamento alla Chiesa ed alle sue tradizioni in quanto, come ha affermato l’arcivescovo, la Confraternita è Chiesa che cammina seminando il bene che è nel cuore.