Roberto Marchetta
Se si potesse tornare indietro, più precisamente nel ’65 come ha recriminato qualcuno durante il consiglio straordinario, si potrebbero cambiare tante cose per il bene del paese: in primis si potrebbero evitare le brutte amministrazioni che come una lenta malattia hanno portato il Comune di Favara al coma farmacologico.
Purtroppo però la macchina del tempo non esiste ancora. Certo, c’è la rabbia nei confronti di coloro che hanno agito pensando solo ad interessi propri e ciò è legittimo, ma va bene lo sfogo momentaneo, non il rancore. E’ importante, se non condizione necessaria, che il Favarese d’ora in poi, al di là del dissesto o non dissesto, si applichi per il bene di tutti con idee a costo zero e progetti innovativi che agevolino la ripresa economica e soprattutto sociale “du paisi”.
Già molte “bozze” sono state appuntate in block notes di ragazzi volenterosi: dal riordino e l’aumento dell’affluenza nella biblioteca comunale, al recupero della casa museo in contrada Ciavolotta, all’utilizzo da parte del comune e delle associazioni di tutti i beni di Favara confiscati alla mafia (che sono tanti). Quindi è inutile rimuginare e piangere sul latte versato o fare macelli in aula consiliare.
Tutti coloro che sono stati eletti per guidare questa “macchina impazzita” sono degli ottimi piloti e tra maggioranza ed opposizione c’è davvero tanta gente in gamba. Ora è il turno del consiglio comunale di mercoledì. E’ stato premuto il tasto “pausa” nella città di Favara, ma i cittadini sono per il “play”.