“Gessica, una beddra carusa… peccato!” E’ una sorta di disco rotto ad inizio o alla fine di ogni argomento sulla scomparsa della giovane mamma di Favara.
“Peccato” cosa? Un peccato è sicuramente la scomparsa, ma, purtroppo, non è il solo peccato.
Peccato è l’esserci accorti oggi che Gessica è una bella ragazza che meritava la tutela della collettività e non di attenzioni sbagliate. Gessica poteva essere salvata da tutti noi semplicemente accorgendoci in tempo che quella beddra carusa aveva bisogno di aiuto. Lei ci aveva chiesto aiuto, come non si poteva fare di meglio, lo gridavano la presenza di quattro bambini e lei giovane mamma di 29 anni di età.
Diciamocelo francamente, per la stragrande maggioranza di noi, era invisibile. E’ una confessione amara e forte, ma mi va di farla preoccupato dalla possibile presenza nella nostra collettività di altre Gessica.
Ragazze sole che vivono in contesti familiari difficili, che si trovano ad affrontare la vita prive di tutele. Prive di un’assistenza che dovrebbe cercarle, piuttosto del contrario, cioè di aspettare che siano loro a cercare le istituzioni interessate, delle quale molto spesso queste giovani donne sconoscono persino l’esistenza.
Oggi ci chiediamo che fine ha fatto Gessica, quando per la stragrande maggioranza la ragazza è scomparsa prima di agosto scorso. Non è mai esistita, come non esistono le altre ragazze che ne condividono il destino.
Cosa accade nell’altra Favara, quella invisibile? Ciò che è accaduto e ciò che abbiamo scoperto in questo drammatico evento dovrebbe portarci a scoprirla l’altra parte della città, a darci una risposta e ad intervenire.