Questo angolo è riservato al bravo Giuseppe Maurizio Piscopo con le sue preziose interviste, alcune delle quali sono state già pubblicate in un libro e molto probabilmente una nuova raccolta sarà stampata in futuro. Ho chiesto a Maurizio il permesso di scrivere l’introduzione alla sua intervista al dottore Pitruzzella. Permesso concesso. Non potevo, del resto, non approfittare della ghiotta occasione per dirne quattro al mio medico di famiglia da oltre quarant’anni e grande fraterno amico dottore Pitruzzella. A proposito, nessuno o quasi lo chiama dottore Pitruzzella, lui è per tutti Santu u medicu e questo la dice lunga sul suo essere medico vicino ai pazienti e alla gente. Nessuna distanza, anzi il contrario, sorrisi e grande accoglienza, uno di famiglia di professione medico.
Santu u medicu ha provato, quasi a violentarsi per dare e per darsi regole ferree per difendersi dalla sua eccessiva disponibilità, la sala d’attesa dell’ambulatorio medico è strapiena di regole scritte e disattese dallo stesso medico. “Vi prego di non telefonare prima delle 11, perché posso fare una cosa per volta. Se visito non posso rispondere al telefono”. Si legge su un foglio incollato alla parete. In realtà, noi pazienti iniziamo a telefonare all’alba per finire al tramonto, ma in un rapporto di grande rispetto, sappiamo che Santo non perde la calma.
Non voglio farla lunga per non stancarvi, concludo dicendo che la sua è sempre stata una missione oltre che una professione e noi pazienti gliene siamo grati. (Franco Pullara)
Giuseppe Maurizio Piscopo
“Ogni volta che incontro Santo Pitruzzella provo gioia e felicità. Penso a un amico, a un medico sempre disponibile. Penso ad una persona generosa che conosce i segreti del mondo. Per me Santo rappresenta il cuore e la grande generosità dei siciliani”.
Quando hai capito che nella vita avresti fatto il medico?
Avevo 17 anni, frequentavo il secondo liceo classico Empedocle. Ho iniziato a studiare Anatomia con la Professoressa Giudice la quale mi ha reso la materia piacevole e interessante. Così ho deciso di approfondire gli studi di medicina.
Come eri da bambino. Che ricordi hai del maestro, dei tuoi compagni dell’atmosfera che si respirava allora a Favara?
Solare e socievole. Frequentavo la scuola elementare Tortorelle di Agrigento. Il mio maestro era di Aragona si chiamava Errante ed avevo per lui una particolare venerazione. Con i miei compagni avevo ottimi rapporti.
Sei stato un bambino felice, giocavi per le strade con i giocattoli di legno?
Un bambino felicissimo, giocavo con i miei fratelli e i miei cugini all’aria aperta con la bicicletta, il pallone, giochi come ( i mazzi, tolì-tolì) e tanti altri giochi tipici di quell’età.
Com’è cambiata Favara ai tuoi occhi, tu sei stato consigliere comunale, sei molto attaccato alle radici, alla campagna. Prima si vedevano pochi turisti, oggi arrivano da ogni parte del mondo e per discutere con alcuni devi conoscere l’inglese. Ma cosa è successo secondo te?
Ho notato un notevole cambiamento culturale, sociale e commerciale. Tutto ciò è stato possibile grazie all’intervento di uomini di cultura, professionisti e imprenditori che si sono spesi per migliorare la vivibilità del paese e per sviluppare il senso di appartenenza alla comunità favarese e l’orgoglio di farne parte.
E’ vero che il mondo della medicina è crudele?
Io non penso sia crudele, ma altamente competitivo. In ogni caso c’è una fondamentale differenza tra “fare il medico” e “l’essere medico”: io credo di esserlo 24 ore al giorno!
Hai mai incontrato difficoltà nel tuo lavoro?
Difficoltà superabili.
Tu sei un medico cattolico, che crede in Dio e nell’uomo?
Certamente trovo nella fede la forza e il coraggio per superare tutte le difficoltà e i problemi che si presentano quotidianamente.
Com’ è il tuo rapporto con gli altri medici?
Ottimo, di stima reciproca, cordiale e collaborativo.
Mi puoi commentare questa frase di un celebre scrittore russo: “La bellezza salverà il mondo”?
La bellezza, quella umana, più intima e vera, che è presente in ogni persona, quella bellezza che si può ritrovare nei gesti più semplici, che suscita amore e che ci fa vedere nell’altro un fratello. Per me questa è la bellezza ed è quella che salverà il mondo.
E’ vero, che i medici sono grandi benefattori dell’Umanità?
Sicuramente ci sono medici benefattori, ma sono pienamente convinto, come dice il giuramento di Ippocrate, che adoperarsi a curare bene per perseguire la tutela fisica e psichica dell’uomo e curare ogni paziente con uguale scrupolo e impegno sia dovere di ogni medico.
Che cosa rimane del giuramento di Ippocrate?
E’ sempre attuale, va sempre osservato.
Per quale ragione molte persone quando hanno un problema di salute si trasferiscono al nord?
A volte penso che non sia necessario, anche se al Nord per determinate patologie esistono centri di eccellenza.
Ci si può curare con internet o con il passaparola?
Assolutamente no! Non bisogna farlo mai.
Cosa pensi dei vaccini. La Tv e la stampa hanno creato molta confusione e tanto allarmismo. La medicina non è un argomento da caffè. E’ un argomento serio sul quale non ci si può sbagliare…
Sono favorevole all’obbligatorietà. E’ un argomento questo che va trattato scrupolosamente dagli addetti ai lavori.
Perché ami così tanto andare in bicicletta?
E’ uno sport che mi rilassa!
Si potrebbe fare una pista ciclabile a Favara?
Si. In periferia.
A Favara circolano moltissime automobili, ma è proprio necessario un uso così eccessivo di auto anche nel centro storico?
No. A me piacerebbe molto che fosse prevista una zona pedonale permanente tra Piazza dei Vespri e Piazza Cavour.
Sei mai stato in America?
No.
Hai mai pensato di partire da Favara?
No.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Non amo fare progetti, ma mi piace godere di ogni giorno della vita, dedicandomi alla mia famiglia, ai miei hobbies e al mio lavoro che svolgo con tanta passione.