Michele Montalbano – Giuseppe Lentini
“Quando si dice che al peggio non c’è mai fine! Nulla avrebbe mai fatto presagire, per la nostra città un momento amministrativo così buio, così triste, in mano ad organi decisionali di livello inadeguato e di mediocre formazione
politica.
Poveri noi…amministrati da incapaci, da una sindaca ed un movimento pentastellato accecato dal potere, ma impreparati da fare paura al segno meno. E’ appena passato uno dei momenti natalizi peggiori della nostra storia, triste nella sua evoluzione temporale, se non fosse per l’impegno dei commercianti di piazza Cavour che hanno fatto riuscire, ancora una volta con coraggio e determinazione il capodanno favarese, pur in assenza TOTALE dell’amministrazione Alba.
Una sindaca ed una giunta che lagna la solita litania dell’assenza dei soldi, ma che trova la cifra di 33 mila euro in due apposite delibere del 30 dicembre 2017, utili a pagare gli affitti di piazza don Giustino ai padri vocazionisti.
Dire che ci avevano ingannato dicendo che nulla era più dovuto. Evidentemente anche questa procedure era stato un momento di un tracciamento elettorale.
Le due determinazioni del responsabile della IV posizione organizzativa, registrate al registro generale con cadenza903 e 904 alla data del 30/12/2017 parla di un contratto tuttora in vigore e che l’ A.C detiene i locali e le chiavi. La sindaca aveva detto altro, si era vantata di avere tolto gli affitti, ed ecco invece la solita sorpresa. Paghiamo
ancora, paghiamo tanto, ma soprattutto viviamo la gestione di una sindaca che non può trattare in questo modo la sua città. Si è forse convinta che in questa città siamo tutti scemi? Si faccia passare questa errata valutazione, e lasmetta di nascondere le verità. Con questi soldi avrebbe potuto alleviare, in parte, una dilagante povertà, creando come si è sempre fatto un momento di solidarietà sociale, oppure avrebbe potuto sistemare meglio i nuovi ufficicomunali, spesso indecorosi e con dubbie risultanze normative. Ma la sindaca non ama questa città. Ma d’altronde cosa possiamo aspettarci da chi vive la politica senza conoscerne i presupposti del servizio verso gli altri. Sono
figli (cinquestelle) di una casaleggiana espressione del bene personale. Che vergogna!”