Il Comune di Agrigento che detiene il 39 per cento delle quote nella società VOLTANO SPA propone la messa in liquidazione della partecipazione con la motivazione che “la società medesima non ha ad oggetto – si legge nella delibera del Comune di Agrigento – attività di produzione di beni e servizi strettamente necessarie per il perseguimento delle finalità istituzionali dell’ente, di cui all’art. 4, c. l, T.U,S.P., anche sul piano della convenienza economica e della sostenibilità finanziaria e in considerazione della possibilità di gestione del servizio da parte della società Girgenti Acque spa affidataria del servizio idrico integrato dell’ambito territoriale ottimale”.
Per l’amministrazione comunale di Favara che detiene il 23 per cento “La partecipazione nella società il Voltano Spa che gestisce la captazione, adduzione e distribuzione di acque rientra nella previsione dell’art.4 comma 1 del T.U.S.P. in quanto svolge attività necessaria al perseguimento di finalità del Comune”.
Agrigento ha ragione da vendere perché le attività di captazione, adduzione e distribuzione dell’acqua da oltre un decennio sono assicurate da Girgenti acque e non più dal Voltano. Un concetto, tra l’altro sottolineato in un altro nostro articolo. La motivazione è errata nel contenuto è assolutamente inesatta ed è un fatto grave.
Il Voltano non svolge alcuna attività, così come sostenuto dall’amministrazione di Agrigento, necessaria al perseguimento di finalità del Comune. Le stesse quote azionarie della società Voltano tenute all’interno di Girgenti acque sono state assegnate ad un privato a fronte del pagamento di un debito, stabilito con sentenza.
Oggi non c’è alcun valido motivo per mantenere la partecipazione al Voltano e la scelta dell’amministrazione appare infondata e priva di valide giustificazioni. Intanto, questi fatti sono destinati a riaccendere la polemica sulla nomina dei revisori dei conti al Voltano.