Enzo Bellavia
Il prossimo giovedì 21 settembre si terrà al PalaForum Sport Village di Agrigento il Primo Memorial Giuseppe Bellavia, un triangolare di Calcio a 5 che vedrà coinvolte le squadre ASD Città di Canicattì, ASD Akragas Futsal e ASD Atletico Campobello
La manifestazione, in questa sua prima edizione, nasce con una dedica particolare e molto sentita, ad un uomo, un padre, un imprenditore che sia umanamente che materialmente ha creduto nella realizzazione della struttura del Centro Polivalente dello Sport Village, seguendone i lavori in ogni sua fase di svolgimento sin dalla posa della prima pietra e fino alla definizione del PalaForum, dove, ad un anno dalla sua scomparsa si è svolto il Concerto di Massimo Ranieri che ha dedicato ufficialmente a lui la struttura.
Tenace, determinato, volitivo, energico, risoluto, sono tutte qualità che hanno accompagnato Giuseppe Bellavia durante tutto il suo percorso di vita. Una vita intensa e vissuta con estrema dedizione alla famiglia, agli affetti e al lavoro, giocando sul campo ogni sfida e ogni competizione che quotidianamente il cammino gli offriva, fino alla fine.
Poche volte, come in questo caso, mi sovviene una riflessione che ho trovato perfettamente calzante con la figura di Giuseppe e che sottintende una serie di riflessioni che scaturiscono da molte più similitudini di quante riusciamo a immaginare.
La corsa è come la vita! Come la vita, infatti, e chi pratica qualsiasi disciplina Sportiva lo sa bene, la gara inizia ben prima del fischio di partenza: il borsone da preparare, la strada da percorrere per raggiungere il campo, l’ansia negli spogliatoi e poi il brusio del pubblico, familiari, amici, sostenitori, che anima gli spalti delle tribune. Eppure l’atleta lo sa, seppur giocando in squadra, la partita è tutta sua, lo sforzo è il suo, come sua è la concentrazione e la determinazione che deve metterci per affrontarla.
La gara ha inizio! E come nella vita trovi accanto a te persone che ti affiancano e crederai che sarà per sempre quando invece lungo il percorso dovrai lasciarle o saranno loro a lasciare te. La grinta non ti manca, hai le forze e le energie che ti sostengono rendendoti un leone. Proprio per questo non dai ascolto al tuo corpo che invece ti chiede di non essere impulsivo e frenetico ma tu continui perché ritieni di avere in te tutto c’è che ti basta per affrontare la sfida. Tu continui e spingi i piedi sulla strada sicuro di te e delle tue forze.
La tua gara prosegue e pian piano la fatica degli sforzi comincia a farsi sentire e non puoi più far finta che così non sia e solo adesso decidi di ascoltare il tuo corpo. Devi stare attento perché lo sentirai lamentarsi e strillare, quasi a cercar di rifarsi per tutto il tempo che lo hai evitato. Le stanchezze di una vita sembrano affiorare, tutti i muscoli, le giunture e i ricordi di tutte quelle torsioni, ematomi, urti e shock ti strillano contro: “fermati!”. E come nella vita, a quel punto sta a te chiamare in causa la tua mente che spiega al tuo corpo che, sì, i dolori sono reali, ma ci hai vissuto per anni, e che forse fanno male, ma ti sei preparato per sopportarli e finisci col fare pace con questi. E come rare volte nella vita, quel dialogo col corpo e con la mente ti fa sentire meglio. Ecco che arrivano le tentazioni, di fermarsi, di mollare che tanto non devi dimostrare niente a nessuno. Come nella vita. Ma anche qui, capisci che sta a te decidere, che sei libero di fermarti come di andare avanti. E decidi di andare avanti. E come nella vita, hai il supporto di chi ti vuol bene: la famiglia, i figli, tua moglie. Sei a buon punto della gara e qualcosa non va secondo i tuoi piani e capisci che ora è davvero una lotta con te stesso. Non vuoi mollare e tieni duro, non sai neanche più perché ma sai che non vuoi lasciare il palcoscenico della vita senza un inchino di fronte al pubblico festante. Un tassello ancora e ancora un altro quando capisci che ormai è fatta. Affronti gli ultimi passi con la consapevolezza di chi ha vissuto una vita intera per quel momento e vuoi godertelo. Ripensi ai consigli, agli errori, al supporto tenero e mai scontato e capisci ancora di più che la vita è come una corsa. Sei solo al traguardo. E non vedi l’ora di arrivare. Perché da li che comincia un’altra vita. E capisci quanto sia vero che hai corso tutta questa per prepararti a quell’altra. Infine arrivi. Ringrazi. Un segno al cielo. E si ricomincia.