Vincenzo Vella
“Caro amico Direttore, vorrei in primis ringraziare non tanto per le belle parole spese nei nostri confronti, ma per lo stimolo coinvolgente che la testata giornalistica sta trasmettendo alle migliaia di lettori che quotidianamente vi seguono.
Tu caro Franco ci definisci angeli, magari sarà perché abbiamo conosciuto i veri angeli, che grazie al loro dono ci hanno strappato alla morte. Ciò che ti chiedo caro Franco, la pubblicazione di questa mia osservazione, dove vorrei parlare dell’atto di offrire qualcosa senza aspettarsi nulla in cambio, conosciuto come atto di altruismo. Ma.. fino a che punto si può dare senza ricevere? È davvero giusto? Non va dimenticato che tutto in questa vita è “andata e ritorno”. Forse oggi non otterremmo nulla di quello che meritiamo, ma domani, pensiamoci, “potremmo avere la nostra ricompensa”.
Come funziona?
Il fondamento più importante della reciprocità si basa sul fatto di restituire attraverso la gratitudine quello che ci è stato donato. Per poter comprendere un po’ meglio questo concetto, forse dovremmo provare a ricambiare ad altri, come un favore ricevuto.
Dando così senso alla solidarietà di alcune persone, che ha significato la salvezza di altre.
Questo principio non è rimasto all’età della pietra (fortunatamente), ma si mantiene ancora oggi. Proprio in questi giorni caro Franco, mi trovo a leggerti dal Nord-Est della nostra Italia, dove ho potuto scoprire la cordialità e l’ospitalità di persone speciali, e credimi senza il loro supporto sarebbero stati guai per qualsiasi cittadino arrivato dal sud.
Da quando veniamo al mondo, portiamo dentro di noi i sentimenti giusti per stabilire una sorta di “debito” quando qualcuno fa qualcosa per noi .
Proviamo dunque, a fare noi qualcosa per gli altri e riscopriamo un mondo migliore”.