Qualche giorno fa avevano occupato l’aula Giglia, oggi hanno invaso i corridoi che portano nella stanza del segretario generale. In attesa di incontrarlo. Il massimo dirigente della Provincia regionale di Agrigento, appena liberatosi, ha accolto nella sua stanza la delegazione di precari, accompagnata dai responsabili sindacali di categoria. Un incontro che i contrattisti hanno preteso dopo il silenzio da parte degli uffici competenti rispetto al provvedimento formalizzato dal presidente D’Orsi. Nei giorni scorsi, infatti, il capo dell’amministrazione provinciale aveva annunciato di avere dato mandato ai settori di competenza di verificare la presenza delle condizioni per potere avviare le procedure per la stabilizzazione.
In assenza di segnali, i precari, preoccupati per il loro futuro, hanno deciso di mobilitarsi. E di farlo anche in fretta perché il 31 luglio è vicino. Dopo quella data, sulla scorta di una norma dello Stato, non sarà più consentito agli enti locali di concedere ulteriori proroghe.
Cosa è emerso allora dall’incontro con il segretario Generale, Giuseppe Vella?
“Ci ha detto che le condizioni rispetto a prima non sono mutate – spiega il segretario provinciale della Funzione Pubblica Cgil, Alfonso Buscemi, presente all’incontro – per cui il percorso di stabilizzazione non potrà essere azionato. Ma noi non ci fermeremo, vista la disponibilità mostrata dalla politica, abbiamo chiesto e ottenuto per domani un incontro con l’assessore provinciale al Bilancio, Piero Marchetta, per capire se, tra le pieghe del bilancio, possiamo trovare la chiave per potere finalmente aprire le porte della stabilizzazione a questi padri e padri di famiglia” – aggiune Buscemi – perchè non si può giocare con il pane dei lavoratori. Politici e dirigenti lavorino in sintonia".