Piero Mangione
Presidente, a conclusione di un programma di assemblee in provincia di Agrigento sulla previdenza e fiscalità ho preso atto che il sonno delle nostre famiglie non è turbato dalla mancata riforma della Costituzione, né della legge elettorale, né di quella della pubblica amministrazione, ovvero del Senato: tutte cose utili, ma …….!
Le nostre famiglie sono gravemente turbate e preoccupate da altro e si aspettano che Lei dia altre priorità al suo impegno ed alla Sua agenda.
Si aspettano che Lei fermi la crisi, che rilanci l’impresa pubblica, privata ed il lavoro: prima di tutto!
Sono stanchi di pagare ogni mese una tassa nuova e tariffe inconciliabili con i bisogni ordinari e giornalieri della famiglia.
Per questo sperano che Lei aumenti e faccia pagare le giuste tasse ai ricchi, ai patrimonialisti, ai possessori delle rendite finanziarie, ai banchieri, alle tante caste della giungla sociale, ai privilegiati, ai pensionati d’oro e d’argento, che sfoltisca e alleggerisca il peso della “fauna” politica.
Sperano che così potrà ridurre le tasse ai lavoratori, alle imprese ed ai pensionati: quelli che navigano nella “stiva”, nella terza e seconda classe del “titanic Italia”.
Presidente le famiglie non ce la fanno più a tirare avanti e contano che Lei possa chiudere la fase della disoccupazione di massa, non solo giovanile, degli esodati, del precariato, dei cassaintegrati, allargando l’area degli occupati e dei diritti spesso oggetto di estorsione da parte dell’imprenditoria illegale e criminale, che non dovrebbe esistere.
Apra una “finestra” sulla legge Fornero, apra la porta di palazzo Chigi ai rappresentanti del mondo del lavoro, non si chiuda dentro una orgogliosa autosufficienza: per ieri valeva la supponenza.
Le famiglie hanno imparato ed insegnano che tutti hanno bisogno dell’altro, dentro e fuori da essa!
A proposito, Le vogliono far sapere che gli 80 euro non sono stati “una scialuppa di salvataggio” per nessuno … ma hanno costituito un segnale positivo che, forse, era meglio indirizzare ai poveri senza reddito, ai pensionati con 255 euro, con 470 euro, con 700 euro al mese.
Comunque, dicono ok.
Dicono che il debito pubblico si può pagare riscuotendo il credito pubblico e per questo tifano per Lei affinchè demolisca il sistema organizzato della evasione e della corruzione che alberga nell’alta “borghesia sociale” per convertire in “bianco” i fondi “neri” e criminali per sostenere la scuola, l’università, la ricerca, la sanità, l’infanzia e la non auto sufficienza.
Le nostre famiglie agrigentine vorrebbero dirle tante altre cose che vorrebbero da Lei subito, ma sanno che non è possibile: Lei non ha la “bacchetta magica”.
Per questo si fermano e la seguono in televisione per vedere e sapere, al di la della Cancelliera tedesca, se Lei riesce a fare “svoltare” l’andazzo della loro vita, almeno per le cose che dipendono dal Suo Governo.
Buon lavoro Presidente.
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