Massimo Centineo
Caro Direttore, di parole, commenti, discussioni e consigli comunali aperti inerenti al problema “Acqua” ne abbiamo vissute a più non posso.
Non voglio generare, quindi, con questo mio ragionamento, un’ulteriore “buco nell’acqua”.
Sono trascorsi già 6 mesi, dall’insediamento dell’attuale governo locale che si è sempre dichiarato per la tutela dei cittadini favaresi. Un’amministrazione, questa, che si fa forte con i numeri, che gli danno una maggioranza non presunta ma schiacciante, affinché passi tutto ciò che è giusto per la città.
Ora, capendo bene che la questione “Acqua” è diventata oramai un argomento con radici profonde che coinvolgono complesse situazioni, sia legislative che di vera e propria organizzazione gestionale, si capisce bene che un’amministrazione locale non può da sola fare un granché.
Ma se i “pentastellati favaresi” vogliono veramente l’acqua nella legalità, per come hanno promesso durante la loro campagna elettorale, allora si inizi, tramite proposta di Giunta a chiedere al Consiglio Comunale:
di riconoscere anche nel nostro statuto il diritto umano all’acqua, ossia l’accesso all’acqua come diritto universale, indivisibile e inalienabile, e quindi di dichiarare il servizio idrico integrato quale servizio pubblico essenziale di interesse generale con rilevanza economica, ma realizzato al più basso costo possibile per i cittadini di fatto non assoggettabile a meccanismi di speculazione economica;
di adottare tutte le procedure a protezione delle fasce più deboli mediante l’esenzione totale o parziale in base al reddito del costo dell’acqua;
di promuovere l’uso dell’acqua dell’acquedotto come acqua da bere impegnando il Comune ad attivare almeno 3 fontanelle in siti diversi entro il 2017, in modo da attuare l’erogazione di un “acqua pubblica di qualità” per come già avviene in molti comuni, per contrastare l’abitudine crescente all’uso delle acque minerali, contribuendo così anche alla riduzione dei rifiuti conseguente alla minore circolazione dell’acqua in bottiglie di plastica a perdere, a cominciare dagli uffici, dalle strutture pubbliche e dalle mense scolastiche;
occorre inserire come obbligo nei regolamenti edilizi la realizzazione di serbatoi di raccolta delle acque piovane e favorire nei nuovi quartieri la realizzazione dei doppi acquedotti con l’introduzione di una rete di acque non potabili da utilizzare per le pulizie, l’igiene personale e l’innaffiamento.
Questo non ci farà portare a casa un vero e proprio risultato, ma risulta essere necessario e indispensabile affinché si avvii una nuova partita. Dove perlomeno il Comune prende a priori l’impegno etico/sociale a far scaturire quelle condizioni necessarie che ci faranno trovare pronti quando il contesto politico ci darà la possibilità di migliorare l’attuale gestione dell’Acqua, intesa come bene fondamentale e imprescindibile da rispettare sempre, nella sua ricchezza e nella sua povertà.
Cari “grillini” questo lo si può fare adesso, subito e con ancora Girgenti Acque gestore e penso di non avere i grilli per la testa per poter pretendere di crederci.
Da cittadino, non pretendo il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, tanto meno pieno, ma voglio un bicchiere con versato dentro quell’acqua pulita di cui voi vi fate costantemente promotori.