“Quando ho iniziato a lavorare sono stata assegnata subito nell’ambulatorio del presidio. Non avrei mai pensato che improvvisamente questo venisse trasformato in reparto Covid-19. È stato uno tsunami, che ha stravolto il nostro lavoro, abbiamo dovuto adeguare con non poche difficoltà i locali e le protezioni contro questo mostro invisibile”.
Un’infermiera, guarita dal Covid, dona il plasma per curare altri malati: “Non sono un’eroina”.
Jole Giacomazza 27enne di Siculiana, è tra i donatori che hanno deciso di aderire alla sperimentazione della plasmaterapia per curare i malati Covid. Aveva scoperto di essere stata colpita dal coronavirus. Ora è guarita ed è pronta ad aiutare nella ricerca di una cura: ” Ho immediatamente risposto ‘presente’ alla possibilità di donare il sangue, per lo studio sulla cura del Covid. Un piccolo gesto -ma irrinunciabile- con cui faccio la mia piccola parte”.
Qui sotto la sua testimonianza.
“Sono un’infermiera siciliana di 27 anni – ci racconta Jole – che lavora da 18 mesi presso l’ospedale di Brindisi, proprio nel reparto di pneumologia”.
“Abbiamo lavorato imbardati di tuta protettiva, visiera, maschere facciali e guanti, sapendo fin dall’inizio i rischi a quali andavamo incontro”.
“Nonostante ciò al secondo tampone di controllo ho avuto il responso della mia positività. Mi ha preso in pieno, è stato inaspettato, è stato un duro colpo. Per fortuna ho fatto parte della categoria dei “paucisintomatici”.
“Ringrazio Dio, la mia Famiglia, il mio fidanzato – ci dice la giovane infermiera – che nonostante la lontananza, non mi hanno mai abbandonata. Poi ancora amici, colleghi e medici”.
“Fare la quarantena, aspettare i tamponi, gli esiti che sembravano non arrivare mai, non è stato facile. Una cosa è certa: il COVID-19 ha scelto la persona sbagliata perché ho vinto io.
Ormai da settimane, sono tornata a fare quello che ho sempre fatto, con umiltà, più forte di prima”.
“All’inizio le domanda che mi facevo era: perché proprio me? Adesso ho capito che i sacrifici fatti non sono stati vanificati. Oggi, dopo aver dato la mia disponibilità alla donazione, a seguito della verifica del titolo degli anticorpi neutralizzanti Anti-Sars-CoV-2, e dopo la conferma dell’acquisizione dell’idoneità alla donazione di plasma, sono orgogliosa di aver fatto la mia parte DONANDO”.
“Non solo. Dalle analisi abbiamo scoperto che non tutti i pazienti asintomatici risultati positivi sviluppano anticorpi sufficienti per la donazione. Ancora c’è tanto da scoprire, fortunatamente la situazione sta rientrando nella normalità ed io mi sento rinata”.
“Adesso mi aspetto solo cose positive in questo avvenire, in primis il mio matrimonio in autunno”.
“Dopo questa esperienza posso dire che la vita va vissuta in pienezza, cogliendo l’attimo nonostante le difficoltà che essa ci mette davanti. “Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare”!
Anche se la giovane Jole non si definisce un’eroina, tante persone la considerano tale, non solo per il gesto d’amore che ha fatto, ma anche per la forza che messo per superare un momento così difficile.