Un defibrillatore in caso di necessità salva la vita. Non ha sicuramente pensato e riflettuto sul suo essenziale uso in caso di necessità, chi ha rotto il vetro della teca, asportato lo strumento sanitario e ha rubato la batteria del defibrillatore rendendolo inservibile.
Ad essere preso di mira da perfetti imbecilli, non volendo usare altri aggettivi per qualificarli, il defibrillatore che era stato donato alla comunità favarese dell’UNITRE EMPEDOCLE, e che era stato collocato in Piazza Don Giustino, a ridosso del muro della chiesa di San Giuseppe artigiano, alla presenza del Sindaco, degli Assessori e delle autorità civili e religiose al fine di servire una delle zone principali della città.
Presente anche il Presidente dell’Ordine dei Medici per significare il valore della vita di quel defibrillatore e la cardiologa Valentina Pitruzzella per far comprendere ai presenti che Favara cresceva anche nella prevenzione.
“Progetto salva vita” c’è scritto in rosso sulla targa che ricorda la donazione. Il primo atto vandalico dopo pochi giorni dalla collocazione con la rottura del vetro della teca che contiene il defibrillatore. Allora sì pensò a qualche pallonata involontaria da parte dei ragazzi che giocano li, e venne ripristinato. Alla distanza di appena un mese la cassetta è costata manomessa, il vetro rotto con gli imbecilli che questa volta hanno asportato la batteria rendendo inservibile il defibrillatore.
Profondamente dispiaciuto Giuseppe Veneziano di Unitre Empedocle. “Chi non ha rispetto per la vita non potrà mai avere un avvenire – ci dice – per questo bisogna insistere, Unitre farà sempre la sua parte, occorre che anche i genitori facciano la loro, controllando i loro figli per aiutarli a crescere sani”.
“Ci dispiace molto per quanto successo – aggiunge il presidente Diego Caramazza– Unitre è nata per contribuire a fare crescere questo paese, noi ci siamo e non ci attendiamo, vorremmo che tutti facessero la propria parte, solo così Favara può diventare un paese all’avanguardia, anche perché Favara è paese di persone per bene e pochi imbecilli non possono infangare una comunità”.