Di seguito la lettera indirizzata al Presidente della IV Commissione ARS– Ambiente, territorio e mobilità On.le Carta Giuseppe; al Presidente dell’Ars, On.le Gaetano Galvagno; alla IV Commissione ARS– Ambiente, territorio e mobilità nelle persone dei degli On.li componenti
e p.c.
al Presidente della Regione Sicilia dott. Renato Schifani; all’Assessore regionale all’energia e ai servizi di pubblica utilità On. Roberto Di Mauro; al Presidente di ATI dott. Domenico Gueli; al Presidente dell’assemblea dei Soci di AICA dott. Alfonso Provvidenza Al Consiglio di amministrazione di AICA
“La scrivente Consulta delle Associazioni di AICA – Azienda Idrica Comuni Agrigentini, prevista dall’articolo 48 dello statuto del gestore, con la presente richiede un’audizione alle S.V. per relazionare riguardo alle numerose criticità che affliggono il Servizio Idrico dell’ambito di Agrigento, mai adeguatamente affrontate e risolte.
Analogo stimolo è stato rivolto dalla scrivente alla Prefettura di Agrigento, che ringraziamo, la quale ha prontamente dimostrato l’interessamento che merita questo tema, nell’ambito delle sue prerogative. Poichè però siamo consapevoli che molte delle criticità del settore idrico provengono da resistenze di natura politico-amministrativa, si rende necessario ai nostri occhi l’intervento urgente e risolutore di un livello politico che possa infine essere efficace nel restituire ai cittadini dell’Ambito di Agrigento quella normalizzazione del servizio pubblico essenziale che attendono e meritano e per il quale hanno a lungo lottato. A questo proposito Vi chiediamo di prendere atto di quanto andremo ad affermare in seguito e degli allegati a compendio di quanto scritto.
Di seguito un estratto di quanto discusso e proposto in Prefettura, al quale alleghiamo ulteriore documentazione prodotta dalla Consulta delle associazioni di AICA per una migliore comprensione di quanto si intende rappresentare. Si resta a disposizione per approfondire il tema in sede di audizione.
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Abbiamo più volte evidenziato come consistenti siano le responsabilità dell’Ente di Governo d’Ambito (ATI) e dei Comuni che ne fanno parte nel cattivo andamento del gestore AICA e come i RITARDI nei mancati adempimenti di tale ente abbiano gravi refluenze sul dissesto economico del Gestore. Elenchiamo schematicamente i gravi punti irrisolti, inviati e discussi numerose volte anche in presenza del precedente Prefetto e dell’attuale Consiglio di Amministrazione:
- MANCATA VERIFICA DEI REQUISITI OCCORRENTI ai comuni salvaguardati per continuare la gestione diretta della servizio idrico ex art.147 comma 2bis, dlgs 152/06. ATI avrebbe dovuto già a novembre del 2022 procedere con la verifica tassativa dei requisiti per ammettere questi comuni agli step successivi previsti dal piano di convergenza. Il ritardo nell’adempiere a questi passaggi danneggia gravemente AICA in quanto non riceve le risorse e le utenze che spettano al Gestore.
- RITARDO NELL’APPLICAZIONE dell’Art.142, dlgs 152/06, il quale stabilisce che tutte le acque appartengono all’Ambito e vanno usate a beneficio del legittimo Gestore. Va quindi sollecitata e ottimizzata in favore di AICA la gestione delle fonti ricadenti nei Comuni salvaguardati per consentire l’utilizzo dell’acqua in eccedenza, come peraltro stabilito da numerose delibere di ATI.
- VA RIMBORSATA AD AICA L’ACQUA CHE LA REGIONE CONCEDE ALLA
PRIVATA SICON (IERI NESTLE’). In virtù dello stesso articolo 142 va avviato un confronto tra ATI, autorità regionali e Gestore in riferimento alla concessione al prelievo di acqua dalle fonti di Santo Stefano di Quisquina fornita, ieri alla Nestlè, oggi alla Sicon. Il quantitativo di acqua concessa a questa’azienda è acqua sottratta al Gestore pubblico, il quale è poi costretto ad acquistare il liquido da Sicilacque a costi onerosi. Va dunque stipulato un accordo con le citate autorità che preveda il rimborso ad AICA del quantitativo di acqua concessa dalla Regione alla Sicon.
- GRAVE RITARDO da parte di ATI riguardo la liquidazione dei consorzi Tre Sorgenti e Voltano. Più volte annunciate, ma mai adeguatamente affrontate e risolte le questioni che vedono ancora in piedi i due consorzi illegittimi, con gravi conseguenze economiche per il Gestore legittimo. La sussistenza dei due enti illegittimi SOTTRAE AD AICA PIU’ DI 2000 UTENZE, e non consente, tra le altre cose, il raggiungimento dei requisiti minimi di accesso ai fondi del PNRR. Il Commissario regionale nominato al Tre Sorgenti disattende il compito di rispettare le due sentenze non appellabili del Tribunale Nazionale Superiore delle Acque, la n. 201 del 2014 e la n. 2 del 2021, che ne impongono la liquidazione.
- RITARDO NEL COMMISSARIAMENTO DA PARTE DELLA REGIONE DEL
COMUNE DI PALMA DI MONTECHIARO. Vanno presi urgenti provvedimenti per questo Comune il quale, senza averne titolo e contro ogni norma di legge, si rifiuta di entrare a far parte di AICA. Lo stesso dicasi per il Comune di Camastra che però è già oggetto di un provvedimento di commissariamento volto a sanare questa inadempienza.
- GRAVE RITARDO DI ATI NELL’AFFRONTARE LA QUESTIONE DELLE
UTENZE A FORFAIT E IL PROBLEMA DELL’EQUITA’ DI TRATTAMENTO TRA UTENTI DELLO STESSO SERVIZIO. E’ necessario che ATI offra tutto il supporto collaborativo ad AICA nel superare al più presto la grave questione delle utenze forfettarie, introducendo un fattore di perequazione e favorendo l’istallazione dei misuratori da parte dell’utenza. Questa misura avrebbe consentito, con tutta probabilità, di limitare, se non di azzerare le perdite di bilancio del 2022. IL MANCATO SUPERAMENTO DI QUESTA PROBLEMATICA ESPONE AICA AL RISCHIO DI INTERVENTI SANZIONATORI DA PARTE DI ARERA.
- MANCATO RICALCOLO DI ATI DELLA TARIFFA DI ACQUISTO DELL’ACQUA DAL GESTORE PRIMARIO SICILACQUE. L’ati avrebbe dovuto attivarsi per tempo nel ricalcolare (al ribasso) la tariffa di 69,69 centesimi al mc, che ha un peso consistente nel dissesto economico di AICA. I ritardi nell’affrontare la questione e l’istituzione in sede regionale della CIR (Commissione Idrica Regionale) composta dai rappresentanti di tutte le ATI/ATO ha portato ad una riconferma della tariffa del 2019, quindi NESSUN RISPARMIO SULL’ACQUA ACQUISTATA A CARO PREZZO DA SICILACQUE.
- MANCATO OTTENIMENTO DI UN ANTICIPO SUI CONSUMI ENERGETICI DI 3,5 MILIONI DI EURO CONCESSO DALLA CSEA (ARERA). Dopo l’approvazione
delle tariffe 2022/2024 a dicembre scorso, l’ATI ha avuto la possibilità di ricevere dalla CSEA la somma di 3,5 milioni di EURO a titolo di anticipazione sul rincaro della bolletta energetica. Questo avrebbe consentito al gestore di tirare una boccata d’aria (per dirla con le
parole del presidente di ATI), peccato che alla fine questa somma non si è ottenuta per IL
RITARDO NELLA PRESENTAZIONE DELL’ISTANZA.
- PERSISTE UNA TURNAZIONE DELLA DISTRIBUZIONE IDRICA
INSOPPORTABILMENTE LUNGA E INIQUA, MA AD AICA VIENE IMPOSTO DI FORNIRE ACQUA AI CAMPI DELLE PESCHE DI BIVONA. Nonostante l’autorità di
bacino abbia rassicurato tutti affermando che la Sicilia non è in crisi idrica e che gli invasi sono pieni, l’utenza servita da AICA ha trascorso una stagione estiva caratterizzata da turni di erogazione anche di 8/10 giorni, costretta ad un massiccio ricorso alle autobotti (magari abusive e rifornite da quei consorzi che dovevano essere cessati anni fa). Mentre l’utenza ha vissuto i soliti disservizi ad AICA viene imposto di erogare acqua ai pescheti e pazienza se i suoi utenti sono rimasti a secco. La vicenda presenta aspetti di una gravità allarmante per diversi motivi: AICA non distribuisce acqua per uso agricolo ma idropotabile, è quindi il consorzio di bonifica AG3 a dover far fronte al fabbisogno idrico delle coltivazioni. Se quest’ultimo è impossibilitato possono intervenire l’autorità di bacino e la stessa Sicilacque che gestisce gli invasi, non certo AICA. Va inoltre sottolineato come il comune di Bivona è tra i comuni salvaguardati, quindi non facenti parte di AICA.
- LE TARIFFE 2022/2024 SONO FUORI CONTROLLO. Gli aumenti votati dall’ATI a dicembre 2022, ben più consistenti del dichiarato 6%, e tutto l’impianto tariffario, non risultano essere ancora stati approvati da ARERA (l’autorità nazionale che entro 90 giorni dall’approvazione dell’atto si deve pronunciare sulla legittimità della tariffa). Riteniamo inoltre che le tariffe non rispecchino le direttive normative corrispondenti ad una regolare amministrazione del servizio idrico.
Dopo avere spesso ribadito quanto appena elencato, in più sedi e in più modalità, ci chiediamo come Consulta e come utenti, se vi siano nel nostro Ambito autorità in grado di operare un reale controllo di LEGITTIMITA’ AMMINISTRATIVA SUL SERVIZIO IDRICO. Ci chiediamo quale possa essere il futuro prossimo di AICA se non si interviene attivamente e adeguatamente. Se non si risaneranno i conti in tempi brevi il Gestore pubblico potrebbe INCORRERE NELLA RIPRIVATIZZAZIONE DEL SERVIZIO in virtu del decreto 201 del dicembre del 2022 (norme in materia di concorrenza). PER SCONGIURARE QUESTA EVENTUALITA’ E APPROFONDIRE I MOLTI ED ARTICOLATI ARGOMENTI QUI ACCENNATI CHIEDIAMO UN AUDIZIONE IN CODESTA COMMISSIONE, COME CONSULTA DI AICA, COME ASSOCIAZIONI
IMPEGNATE NEL SOCIALE, COME CITTADINI UTENTI AMANTI DELL’ACQUA PUBBLICA E DI UN REALE RISPETTO DELLE NORME A GARANZIA E BENEFICIO DELLA COLLETTIVITA’.
Per la Consulta di AICA il Presidente Alvise Gangarossa”