ALESSANDRO PITRUZZELLA
“Non possiamo escludere ad oggi che il Comune non dovrà, tra anni, ricorrere nuovamente alla procedura di dissesto, ma ad oggi questa eventualità non sussiste”. Questo è quanto dichiarato conclusivamente dal sindaco di Favara in risposta alla mia nota stampa in merito alla critica situazione finanziaria dell’ente, definita dallo stesso sindaco “davvero grave”. Eppure, egli dice, contraddittoriamente, che io non mi sarei reso conto di quanto sia grave la situazione in cui versa il comune. Invece, me ne rendo conto eccome e così tanto al punto d’aver detto che siamo già di fatto e in proiezione futura in un secondo dissesto finanziario. Lui dice “non oggi” ma “tra anni”, quando cioè avremo la prova che questa montagna di crediti non riscossi, pari ad oggi a circa 57 milioni di euro (peraltro destinati a crescere nel tempo) non saranno stati in larga parte riscossi. Quindi, ad oggi non siamo ancora formalmente in un nuovo dissesto ma lo saremo tra qualche anno: uno, due, tre…non si sa. Sarà lui o il prossimo incolpevole sindaco a dover dichiarare un nuovo dissesto? Il sindaco ha detto anche, in un’intervista, che i crediti del comune verranno recuperati dall’Agenzia delle Entrate e che solo una piccola parte resterà non riscossa. Anche questo non è vero, perché è esattamente il contrario, in quanto la media percentuale dei crediti riscossi coattivamente dal comune di Favara storicamente ammonta a non più del 10/20% dell’interno importo da riscuotere, basta confrontare i dati percentuali riscossi coattivamente nel passato.
Infatti, la Commissione ancora in carica che si occupa del dissesto finanziario del comune ha recuperato, dei crediti maturati fino all’anno 2015, solamente il 10/15% dell’ammontare complessivo dei crediti del comune, mentre di tutti i crediti maturati dallo stesso comune dall’anno 2016 ad oggi non è stato ancora recuperato coattivamente nulla. Se in tutti questi anni non è stato ancora recuperato quasi nulla come pensa che si possa recuperare nel prossimo futuro questa montagna di crediti, senza che ci sia in atto alcuna inversione di rotta? Per questo ho parlato di crediti, di fatto e nella sostanza, di dubbia esigibilità, avendo ben chiara la differenza con i crediti non riscossi. Se anche il sindaco non esclude ad oggi il ricorso per il prossimo futuro ad un secondo dissesto è perché sa perfettamente che non solo la situazione è già oggi “davvero grave”, ma che è destinata progressivamente ad aggravarsi fino al punto da dovere dichiarare, genericamente “tra anni”, un nuovo dissesto.
Lascio volentieri al sindaco l’amara decisione di stabilirne la data esatta, e mi sa tanto che l’abbaglio lo stia prendendo invece proprio lui, che porterà consapevolmente il comune ad un nuovo dissesto finanziario e non solo.