Roma, 6 apr – “Dare spazio al figlio di Totò Riina, anch’egli condannato per associazione mafiosa, per presentare un libro sulla famiglia dell’uomo artefice delle stragi di mafia più truci della storia del nostro Paese sarebbe una scelta vergognosa”. Lo afferma, in una nota, il senatore del gruppo Alleanza Liberalpopolare-Autonomie, Antonio Scavone, componente della Commissione di Vigilanza Rai.
“Si parla di diritto di cronaca – prosegue Scavone -, sacrosanto, ma non è questo il modo di affrontare il tema della mafia. Che diritto di cronaca è intervistare il figlio di un criminale, regalargli il video e un’enorme pubblicità al suo libro? Cosa dovrebbe uscire dall’intervista di Salvo Riina che, per altro, si è anche rifiutato di rispondere alle domande su Falcone e Borsellino? Un quadretto familiare ? Si rischia solo di spettacolarizzare e pubblicizzare famiglie che non ne hanno bisogno. Cosa per altro già avvenuta con i Casamonica, un capitolo veramente imbarazzante della televisione pubblica. Parliamo di eventi che non hanno bisogno di letture ‘da altre angolazioni’ perché l’unica lettura che dovrebbe interessare lo Stato è la sua incapacità storica a sradicare prepotenze e criminalità che, ancora oggi, rischiano di marginalizzare una parte fondamentale del nostro Paese soffocata dalla piaga delle mafie. Infine, non posso non sottolineare che sono fortemente stupito che insieme a me , sempre pronto a stigmatizzare in Vigilanza questa libera interpretazione del servizio pubblico, e sempre inascoltato, oggi si sorprenda chi ha sostenuto con forza che attraverso lo stesso mezzo venisse consentito che il figlio di Ciancimino propalasse fango in libertà”.