Giuseppe Maurizio Piscopo
Peppe Giuffrè nasce ad Erice nel 1957 da una famiglia di ristoratori. E’ un personaggio simpatico ed estroso che cucina in ogni parte del mondo e suona le percussioni.E’ il personaggio che tutti vorremmo incontrare a tavola. Che cosa c’è di più bello di un pranzo con gli amici e uno chef di gran classe?
Premetto che per il titolo di chef, ancora oggi non mi sento uno chef. Sono rimasto un cuciniere errante per il semplice fatto che ho sempre girato, cucinando in varie parti del mondo.
Quando nasce la tua passione per la cucina, da chi hai imparato?
A tredici anni desideravo comprarmi il motorino, mio papà che è stato il mio grande maestro mi accontenta ad una condizione quella di lavare i bicchieri per il periodo estivo. É stata la prima ma indicibile lezione da cui scaturisce la voglia di crescere professionalmente… quindi anno successivo ho lavato piatti… anno dopo pentole e piatti…
Sei stato tre anni a Parigi hai aperto un ristorante nella “Ville Lumierè” e poi sei “scappato”. Ma ti mancava così tanto la Sicilia?
Preciso, che non sono affatto scappato ma ho trascorso tre anni stupendi.
Parigi per me era un sogno nel cassetto che ho avuto la gioia di aprire, cucinare dove da sempre tutto il mondo ha riconosciuto livelli gastronomici eccellenti. Per me è stato come scrivere la più importante pagina della mia vita.
La scelta è stata difficile ma non ho resistito allo charme della nostra isola.
Qual è stato il pranzo più impegnativo per te: quello delle Olimpiadi di Torino o alle Scuderie del Quirinale?
Quello che debbo fare domani, infatti mi troverò a Malaga. Domani sera si cena con cucina siciliana.
Che cosa dovrebbero mangiare i bambini siciliani per mantenersi sani nei primi dieci anni di vita?
Expo ha lasciato un’ eredità straordinaria dichiarando: la consapevolezza del cibo sta nel nutrire il pianeta che diventa energia per la vita.
Un cibo sano pulito nel rispetto della natura significa fare un pò a meno dell’uso smoderato di plastica nel confezionare, ritornare al rispetto delle stagioni consumando quello che madre terra ci offre, avendo cura di dolcificare con prodotti naturali e ricordarsi che noi siamo la “culla” della dieta mediterranea che rimane uno stile di vita.
Ci puoi svelare tre segreti della tua cucina?
Avere avuto delle insegnati strepitose, tutte le signore trapanesi.
Essere nato nella Sicilia di estremo occidente dove ci sono due mari: Tirreno e Mediterraneo.
Ultimo, ma non ultimo, quello di non aver mai creduto di fare dei piatti buonissimi.
E’ vero, che tra i sogni più nascosti di ogni donna c’è il desiderio di un uomo che prepari per loro una cena a sorpresa?
La cucina è donna quindi avere un uomo tra i fornelli é la più alta espressione del personal chef…
Sei considerato uno chef, un regista, un cuoco delle corti francesi del diciassettesimo secolo, chi è in verità Peppe Giuffrè lontano dai fornelli?
Una persona semplicissima che si accontenta di una grande tazza di pane e latte che divora semplici insalate e montagne di frutta e che ama tantissimo stare a contatto con la campagna, scoprendo gionalmente erbe e profumi che solo la nostra meravigliosa isola sa offrire.
E’ vero che un cuoco è un vero “Artista” che fa sacrifici?
Si, cerco di raggiungere obbiettivi come ogni creativo e ciò comporta dedizione impegno e creatività artistica.
Cucinare, scrivere, suonare le percussioni, ma quanti interessi hai nella vita e quali preferisci?
Purtroppo, capisco che non c’è una domanda di riserva.
Ad ogni modo provo a rispondere.
Camminano tutti di pari passo in quanto, del mio lavoro ne ho fatto uno stile di vita, quindi fondere passione con il lavoro credo che sia una cosa inestimabile.
Che cos’è la cucina-terapia?
Esempio: se tagli una cipolla con un coltello affilatissimo devi stare molto attento e concentrato sicuramente in quel momento non puoi pensare ad altro!
Hai dichiarato il mio staff è la mia orchestra, che significa esattamente?
Basta citare una frase che mi ha accompagnato nella mia vita: “dedicato a chi quando fa qualcosa la fa con qualcuno”!
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Quello di diventare uno chef… quando lo diventerò, mi dedicherò a suonare il sax ed andare per campagne in bicicletta…