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Gaetano Scorsone
Manca ormai poco al Santo Natale ed anche se permangono condizioni di preoccupante incertezza se non addirittura di vera e propria sofferenza, la particolare atmosfera che va sempre più diffondendosi alimenta speranze, sentimenti e propositi di miglioramento e di, sia pur cauto, ottimismo. Con la forza del bene, la spinta della solidale fraternità ed il sostegno della famiglia si riesce ancora a trovare l’energia per vincere quella sorta di assedio che un po’ tutti stiamo patendo per l’incapacità di trovare nuove formule, più efficaci sistemi e risolutive risposte a tutta quella serie di sfasci e corruttele che vengono fatalisticamente imputate ad una non meglio specificata “crisi”.
In questo clima così delicato sotto il profilo emozionale e per offrire maggiori spunti di concreto ottimismo voglio offrirvi una bella storia che si presta a diffondere il positivo messaggio di come si possano coltivare le passioni e realizzare le aspirazioni a patto che non manchino mai l’impegno, la volontà, il sacrificio, l’entusiasmo e, soprattutto, la famiglia che trasmette, asseconda, incoraggia ed affina queste prerogative nel tempo.
Il protagonista è Francesco Nobile, un nostro giovane non ancora trentenne che ha ereditato dalla famiglia di appartenenza una forte passione per i cavalli. Sia il nonno – di cui porta il nome – che il papà Giuseppe sono stati per Francesco, sin dalla sua infanzia, dei modelli non solo sotto il profilo affettivo ma anche sotto quello equestre. A 3 anni, infatti, ha cominciato a stare in groppa al cavallo sotto il controllo di papà e nonno che si compiacevano nel vedere quella che, giorno dopo giorno, si mostrava come una naturale attitudine che il piccolo Francesco spontaneamente esprimeva con tutto l’entusiasmo di cui era capace il suo gioviale carattere e la sua elasticità fisica. L’acquisto di un pony fu il passo successivo che esaltò ancora di più questa sua inclinazione. La sua progressione atletica sembrava inarrestabile: a 10 anni riusciva a montare da solo a cavallo ed era sempre lui che, con scrupolo e amore, sovrintendeva al governo ed alla cura della stalla.
Questo sino all’età di 12 anni quando il nonno ed il papà gli regalarono Max, un puledro di 6 mesi con il quale entrò subito in perfetta sintonia tanto che, nel volgere di poco tempo, riuscì a fargli eseguire tutta una serie di comandi che avevano il sapore del gioco ancor meglio di un cane addestrato. E così, giorno dopo giorno, con massimo impegno, senza trascurare altri doveri e sempre con il sostegno e l’incoraggiamento della famiglia. Dopo quattro anni di intenso allenamento condotto esclusivamente con Max giungono in scuderia anche Nuvola e Giorgio, quest’ultimo puledro di 16 mesi, baio di mantello e di razza puro sangue inglese destinato a diventare una sorta di tutor a quattro zampe: Francesco è proprio in questa fase e grazie alla docilità ed all’elegante portamento di Giorgio che affina sempre più la tecnica e perfeziona la preparazione atletica tanto da riuscire a fare quasi un tutt’uno con la sella. Questo sino alla vigilia di Natale del 2010 quando riceve in regalo Golia, un puledro di 16 mesi di razza frisona importato dall’Olanda e acquistato a Casteltermini per incoraggiare ulteriormente il suo vivace talento.
Da qui per Francesco ha inizio un percorso particolare caratterizzato da un notevole salto di qualità sia nell’allenamento che nei risultati ottenuti. Atteso che Golia compisse i 30 mesi di età, al fine consentirgli le migliori condizioni di crescita psico-fisica, inizia l’addestramento vero e proprio con i primi comandi, le prime passeggiate esterne e, soprattutto, tanto amore per un perfetto affiatamento. A 3 anni per Golia ha avuto inizio, poi, una fase educativa ancora più impegnativa scandita dalle regole del Dressage e dell’Alta Scuola Spagnola. E non avendo una specifica qualifica professionale, Francesco ha applicato, facendole proprie, tutte quelle tecniche di addestramento che, da autodidatta, acquisiva sulla rete con i video dedicati, oppure osservando i grandi maestri equestri negli stage a cui talora partecipava, oppure visitando eventi di particolare importanza come la Fiera dei Cavalli di Verona, il Salone Internazionale del Cavallo di Siviglia, la Fiera del Cavallo di Jerez de la Frontera. Tutta questa acquisita conoscenza, unita ad un vivacissimo naturale talento e ad un metodo di addestramento basato esclusivamente sulle carezze e sui comandi a voce – Francesco ci tiene, infatti, a far sapere che non ha mai utilizzato il frustino e che ha scartato da subito quei metodi basati sulla sottomissione del cavallo – perché tutto sembrasse per entrambi un entusiasmante e divertente gioco. In un crescendo continuo di allenamenti, correzioni, perfezionamenti e di sempre più facile intesa trascorsero così due anni che trasformarono entrambi – cavallo e cavaliere – in un formidabile binomio equestre: un meticoloso e tecnico lavoro in piano per curare il passo, il trotto ed il galoppo; la realizzazione di una piroetta al galoppo o in stazione girando attorno a sé stesso; l’acquisizione della padronanza tecnica nell’esecuzione di figure di Alta Scuola ( passo spagnolo, passage ) aventi per un frisone dei coefficienti di difficoltà maggiori rispetto agli andalusi considerata la mole; infine, l’inserimento degli esercizi di giocoleria nelle figure dell’Alta Scuola ed il salto della corda non solo in avanti ma, addirittura, montando il cavallo al contrario. In sette anni di continuo allenamento Francesco e Golia sono riusciti quasi a fondersi l’uno nell’altro in perfetta armonia e sempre divertendosi, raggiungendo un affiatamento a dir poco perfetto tanto da assistere alla immediata trasformazione dei pensieri dell’uno in ben precisi movimenti dell’altro.
La pubblicazione di un suo video all’opera con Golia su Facebook – che ha raggiunto un numero stratosferico di visualizzazioni – gli ha fatto guadagnare un colloquio nientepopodimeno che con la dirigenza di Apassionata, lo spettacolo equestre di maggior successo in Europa che vanta prestigiosissimi attestati di apprezzamento tanto da essere riconosciuto come il miglior spettacolo di intrattenimento capace di incantare un sempre più numeroso pubblico con, a dir poco straordinarie, esibizioni di cavalli e cavalieri in un crescendo di virtuosismi atletici e di perfezione equestre immersi in magiche atmosfere magistralmente realizzate da bravissimi scenografi. Dopo un primo colloquio a Düsseldorf che è servito per una reciproca conoscenza con la Dirigenza ha fatto seguito un contratto di assunzione che gli ha spalancato le porte della prestigiosa nuova tournée europea. La perfetta organizzazione di Apassionata gli ha riservato anche un preliminare periodo ( 1 mese ) di adattamento-perfezionamento presso l’Accademia di Equitazione Hasta Luego di Nimes, necessario per far percepire meglio il funzionamento della nuova macchina organizzativa di cui, con giusto orgoglio, poteva sentirsi parte e, nel contempo, perfezionare ancor di più e meglio la sua già robusta tecnica.
Dopodiché per Francesco e Golia si è aperto il prestigioso sipario della tournée, al fianco di altri bravissimi artisti, in giro per le più importanti città europee come Berlino, Hannover, Zurigo, Colonia, Stoccolma, Basilea, Vienna, Tulln an der Donau, Rotterdam. Approfittando di una breve parentesi riorganizzativa Francesco è rientrato a casa per ritrovare il calore dell’abbraccio della famiglia e quello del sole siciliano nel suggestivo contesto prenatalizio. Ripartirà quasi subito per riprendere il suo posto in sella a Golia e per continuare a regalare forti emozioni a quanti lo ammireranno nella perfetta esecuzione delle sue impeccabili evoluzioni di volta in volta inserite in contesti scenografici diversi. Ho voluto raccontarvi la sua storia perché credo possa incoraggiare i giovani ad impegnarsi nella motivata realizzazione del proprio futuro, esortare le famiglie a non trascurare le proprie responsabilità educative e formative ovvero non barattarle per ingannevoli e devastanti modelli di modernità, dimostrare che lì dove si coltivano sani principi e nobili valori si realizzeranno sempre ottimali condizioni di crescita e progresso.
Doveroso il riconoscimento alla famiglia di Francesco, al nonno Francesco ed alla nonna Maria che come solide pietre d’angolo hanno fornito robuste e sicure basi d’appoggio, a papà Giuseppe e mamma Antonietta che non hanno mai fatto mancare il loro amore, le loro premure ed il loro incoraggiamento, agli zii Antonio e Cettina che si sono sinergicamente inseriti in questo circolo virtuoso rafforzando quella rete organizzativa che ha assicurato a Francesco gli spazi temporali che lui ha potuto dedicare alla sua innata passione. Una storia da raccontare, dunque, anche perché porta in sé gli inconfondibili valori che, da sempre, identificano il vero ed autentico significato del Natale, ed in forza dei quali io sento di volervi augurare tutto il bene e tutto l’amore che hanno trovato la loro massima espressione nella straordinaria nascita avvenuta nella semplicità di una mangiatoia di duemila e passa anni fa. Buon Natale!