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Come saranno in grado le università di affrontare la preselezione per una mole di candidati così ampia e ignota?
La domanda sorge spontanea se contiamo gli iscritti nelle graduatorie di II e III fascia (aggiornamento avvenuto nel 2017) ci sono circa 700.000 docenti, più gli iscritti attuali in GAE 40.000-50.000, più tutti i laureati e diplomati ITP dal luglio 2017 in poi, potremmo arrivare almeno a 800.000 candidati avente diritto a partecipare alla prova preselettiva. Se anche solo la metà di questi partecipasse alla preselezione, arriveremmo già intorno ai 400.000 candidati, non contando tutti i docenti di ruolo che potranno comunque partecipare.
A questo punto vorremmo capire come faranno le 45 università, che sono titolate a fare i corsi di specializzazione sul sostegno, a gestire una prova preselettiva di dimensione così elevata. Nei precedenti TFA di sostegno delle ultime tre tornate i candidati, che hanno partecipato alla prova preselettiva, in tutta Italia non arrivavano a 80.000 e, già allora, molte Università si sono trovate in numerosissime difficoltà, per la gestione delle prove. Bisogna inoltre considerare che l’affluenza dei candidati avverrà soprattutto nelle università del sud, dove i candidati saranno il doppio o addirittura il triplo di quelle università del Nord e del centro Italia.
Probabilmente il Ministro Bussetti e il suo staff non hanno ragionato su queste semplici considerazioni, o se le hanno valutate, hanno voluto percorrere lo stesso questa strada perché gli serviva uno spot elettorale per le prossime Europee e dopo dio pensa…
È evidente che in queste condizioni avviare i corsi di specializzazione per il sostegno è improponibile, se non impossibile. Un Ministro della Repubblica e il suo staff dovrebbero dare certezze, non solo ai docenti che vogliono intraprendere tale percorso, ma soprattutto a tutti i genitori degli alunni disabili.
Con l’ultimo bando, poi, ci sembra che si sia arrivati davvero al ridicolo: stabilire le prove preselettive il 28 e il 29 Marzo, non dare, così, il tempo necessario alle Università di organizzarsi per una mole probabilmente enorme di candidati. L’agitazione dei possibili partecipanti, seguita a questo annuncio è pienamente giustificata. In effetti, i tempi sono brevissimi per potersi preparare in modo adeguato ai test preselettivi, o anche per permettere ai tantissimi utenti di compilare la procedura di iscrizione. Si spera ora in un rinvio delle date, dovuto giustamente a esigenze pratiche e organizzative delle Università; ma è davvero assurdo che un Ministro non conosca le reali condizioni del Paese e del mondo scolastico, tanto da dare indicazioni così impraticabili e così lontane dalla realtà.
IMPEGNATI BUSSETTI, IMPEGNATI…